C'è una vecchia canzone di Umberto Tozzi - intitolata Dimentica, dimentica e palesemente riferita alle sue esperienze giovanili torinesi - in cui fa un'affermazione che ritengo assolutamente condivisibile:
Dimentica dimentica
t'accorgi un giorno che
quelli che ti capiscono
sono tutti dietro a te
https://www.youtube.com/watch?v=K3A8bD9bg2M
Dirò di più: talvolta ci si accorge che anche tutti quelli che NON ci capiscono sono dietro a noi: pensate agli amori finiti, alle amicizie cessate, più o meno malamente, dopo aver rappresentato qualcosa di molto importante per ciascuno di noi. E' un bene, è un male? Non saprei dire. Talvolta, tutto ciò che è stato ci manca; talaltra pensiamo - forse non a torto - che le situazioni chiuse fanno meno male di quelle che continuano a rimanere aperte, lacerandoci l'anima e la mente, giorno dopo giorno.
Resta l'interrogativo di come, nelle vicende umane, si possano toccare certi vertici e certi abissi. A mio parere, una risposta c'è, ed è chiarissima: non ci si parla mai abbastanza. Se ci si parlasse, niente di tutto questo succederebbe. Ognuno avrebbe la possibilità di farsi le proprie ragioni, di cercare di farle capire, di sentire quelle degli altri, di capire il loro punto di vista. Il silenzio, per contro, si apparenta alla morte e - proprio come la morte - segna la fine di tutto. Ovviamente, si può cercare di tornare indietro, ma nessuno può mai tornare indietro da solo. E, se anche lo fa e trova un muro di gomma, a quel punto davvero non si può fare altro che prenderne atto.
Piero Visani
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