Ho inseguito tutta la vita l'illusione che, nei rapporti umani, fosse possibile gettare ponti in tutte le direzioni, intessendo relazioni con tutte le persone che reputavo interessanti.
Sono stato duramente smentito, ma la lezione mi è servita. Dopo aver passato lunghi periodi a soffrire per cercare di farmi capire, a un certo punto ho gettato la spugna e ho deciso di concentrare le mie attenzioni solo su quelle persone di cui mi fosse chiaro, fin quasi da subito, che ci capivamo al volo, che non mi volevano ingannare e/o prendere in giro e che non mi accettavano "a sovranità limitata", ma in maniera olistica, apprezzandomi per quello che sono.
Di colpo, ho finito di soffrire, di sprecarmi, di sciupare me stesso nel perseguimento di obiettivi non impossibili (nulla è impossibile...) ma inutili, dove ogni sforzo fatto è una classica road to nowhere. Per molto tempo, io avevo davvero cercato di gettare ponti, ma, se di là del fiume l'altra riva è in perenne movimento, magari non propriamente per caso, ma perché ciò è conforme al suo progettino di seduzione, o di presa in giro, o di dominio, la mia non finiva per essere altro che una deliberata corsa al massacro, che mi rendeva pure oggetto di rimbrotti e critiche se, nel dare sfogo alla mia rabbia per essere stato giocato, magari talvolta mi innervosivo un po' troppo.
Da quando ho capito come devo comportarmi, forse sono considerato un soggetto vagamente duro e crudele, ma - ed è quel che conta per me - nessuna può considerarmi più una vittima o un bersaglio designato. Cerco e trovo unicamente empatia, e per il resto mi sento Augusto Daolio mentre canta "Voglio ridere". Ma non mi sento vincitore, mi sento accorto, attento e infine al riparo dalle prese in giro. C'è ancora molta sincerità a questo mondo, ma occorrono tenacia, perseveranza, fortuna e accortezza. E una estrema attenzione a non entrare in una specifica categoria di negozi, le "profumerie", evitando le loro proprietarie e/o gerenti.
Piero Visani
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