Arthur James Lyon Fremantle (1835-1901), tenente colonnello di un celebre reggimento dell'esercito britannico (le Coldstream Guards), dopo aver incontrato a Gibilterra, nel 1862, il capitano Raphael Semmes, comandante di una nota unità corsara confederata, il SUMTER, decise di voler vedere di persona la guerra civile che stava divampando in quegli anni in America e raggiunse avventurosamente il Messico nell'aprile del 1863. Da lì risalì verso Nord, traversando quasi tutta la Confederazione sudista, fino ad essere ricevuto, a Richmond, dallo stesso presidente Jefferson Davis.
Desideroso, per ragioni professionali, di assistere personalmente al conflitto, e molto ben trattato dalle autorità sudiste, che pensavano fosse una sorta di inviato del Governo britannico, di cui intendevano garantirsi l'amicizia, Fremantle chiese e ottenne di unirsi all'Armata della Virginia Settentrionale, comandata da Robert Edward Lee, che nel giugno del 1863 aveva iniziato la sua invasione della Pennsylvania e del Maryland.
Per una serie di circostanze realmente fortuite, Fremantle venne presentato al generale James Longstreet, il braccio destro di Lee, il 27 giugno 1863 e tre giorni dopo - il 30 - venne introdotto alla presenza di Lee.
Con qualche altro ufficiale straniero, Fremantle ebbe il rarissimo privilegio di poter assistere di persona alla battaglia di Gettysburg (1-3 luglio 1863), esperienza che ricordò successivamente in un libro di grande successo.
Nel 1993, il film "Gettysburg" lo ritrasse come una sorta di singolare presenza all'interno del Quartier Generale confederato nei giorni dell'epica battaglia. Prendendosi non poche libertà, il film lo raffigura come un eccentrico ufficiale inglese, vestito nella scarlatta divisa delle Guardie, spesso intento a degustare un buon tè.
In realtà, Fremantle fu molto altro, oltre che un testimone di un evento storico cruciale. Passato al Nord, egli infatti poté assistere ai tumulti di metà luglio 1863 a New York contro la leva obbligatoria e agli autentici pogrom che la popolazione newyorchese in rivolta scatenò contro i neri, dando prova di grande obiettività nel riportarli e lasciandoci un'illuminante descrizione di un'Unione assai diversa, nel suo spirito pubblico, da quella dell'iconografia postbellica...
Ritornato in patria, la sua carriera continuò brillantemente, specialmente nelle guerre contro i Dervisci sudanesi.
Il suo libro "Three Months in the Southern States" è a tutt'oggi una delle migliori testimonianze straniere sulla vita nella Confederazione sudista.
Piero Visani