Il 14 giugno 1800, dopo aver valicato con il suo esercito il passo del Gran San Bernardo (è estremamente fascinoso ancora oggi ed è bello fermarsi all'ospizio per vedere le tracce del tempo), essere disceso su Aosta e aver superato l'ostacolo rappresentato dal forte di Bard (splendidamente restaurato, anche se in una versione storicamente posteriore a quella dell'anno 1800), l'esercito del primo Console Napoleone Buonaparte cala nella pianura padana per reagire all'offensiva austriaca che, tra il 1798 e 1799, quando egli era in Egitto, aveva compromesso le sue vittorie del 1796-97.
Il decisivo scontro con l'esercito austriaco, comandato dal generale Melas, ha luogo a Marengo, nei pressi di Alessandria, esattamente il 14 giugno 1800. I luoghi, pur abbastanza urbanizzati, sono ancora oggi molto simili a come erano le campagne dell'epoca, specie se da Alessandria ci si allontana in direzione Voghera, visitando ad una ad una le cascine e i paesini che furono al centro dello scontro (Castel Ceriolo, San Giuliano, Torre Garofoli...).
Dopo decenni di colpevole trascuratezza, alcuni anni fa le autorità locali hanno finalmente creato un piccolo ma gradevole museo, che ricorda degnamente uno scontro decisivo per la storia dei primi quindici anni dell'Ottocento. Marengo infatti fu due battaglie in una: la prima persa inequivocabilmente da Buonaparte; la seconda, a cominciare dalle ore 15 del pomeriggio, vinta grazie all'arrivo del generale Desaix e delle sue truppe, le quali ribaltarono completamente le sorti dello scontro, trasformandolo in una grande vittoria francese (pagata da Desaix al prezzo della sua stessa vita).
Napoleone - che credeva molto nella fortuna (sua la celebre frase: "non datemi generali bravi, datemeli fortunati") - fece un esplicito e benaugurante accenno a Marengo la mattina del 14 giugno di 7 anni dopo a Friedland, in Prussia Orientale (circa 45 km a sudest di Koenigsberg). Qui egli - il 14 giugno 1807 - decise di attaccare le truppe austro-russe, con le quali aveva avuto un terribile scontro, dall'esito incerto, nel febbraio precedente (battaglia di Eylau, 7-8 febbraio 1807), sicuramente stimolato a un comportamento molto aggressivo anche da quella favorevole coincidenza temporale. In effetti, la scelta di accelerare i tempi dell'attacco si rivelò felice e, dopo un furioso scontro durato tutto il pomeriggio, Napoleone ottenne la grande vittoria che desiderava e che indusse russi e prussiani a chiedere la pace.
Considerata la grande attenzione abitualmente posta da Napoleone a queste circostanze fortuite, ma tutte favorevoli, resta da chiedersi per quale ragione egli non abbia iniziato la campagna di Waterloo, nel 1815, il 14 giugno ma il 15, come effettivamente avvenne. Visti gli esiti, resta il dubbio se abbia fatto bene a trascurare un dettaglio tanto importante...
Piero Visani
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