giovedì 12 giugno 2014

La Gauche caviar

       Come consulente di comunicazione istituzionale, non ho mai avuto un cliente - dicasi uno! - sul versante del centrodestra e, quando facevo il consulente del Ministero della Difesa, devo ringraziare tutti i ministri dal 1988 al 2006, meno quelli di centrodestra, ai quali non posso nemmeno dire che facevo ribrezzo, semplicemente non mi conoscevano (neppure quando ero editorialista del "Secolo d'Italia" e membro dell'Assemblea Nazionale di AN...). Dunque in genere mi allontanavano... Nessun problema, tanto poi ci pensavano quelli di Sinistra a riprendermi in forza!
      Queste esperienze mi hanno consentito di frequentare molti ambienti della Sinistra di governo e devo dire che, almeno fino a una certa data, essi sono stati decisamente migliori di quelli della Gauche caviar, che invece ho talvolta frequentato per conoscenze amicali e/o familiari.
       La Gauche caviar italiana è uno spasso. Composta da schizzinosi esperti delle più diversificate forme di egoismo borghese, il solo modo di sentire declinare loro l'affermazione di essere "vicini alla classe operaia" (con la erre finale ben arrotata, à la Gianni Agnelli) è tale da provocare forti coliche intestinali e fa venire inevitabilmente in mente quella frase di un noto polemista americano intento a descrivere, il venerdì pomeriggio dei mesi estivi, i Bostonians della "New Left" impegnati a disegnare percorsi per arrivare a Cape Cod rapidamente e "senza incontrare coloro i cui diritti avevano 'difeso' per tutta la settimana"...
       Tuttavia, incontrarne alcuni a pranzo - come è accaduto a me oggi - mette di buon umore anche in una giornata canicolare, in cui, per soprammercato, mi si è pure rotto per la terza volta consecutiva il climatizzatore dell'auto (per la serie delle "competenze operaiste"... o anche più semplicemente operaie...).
       Sono infatti personaggi assai divertenti, che mettono buonumore e che, se fossero un po' più dotati di senso critico, si renderebbero conto di quel che realmente sono, dei terribili elitisti che concepiscono la società in forma esclusivamente piramidale e, al vertice della piramide, ci sono - ça va sans dire - loro...
       Quando mi intrattengo con costoro, per lavoro o pseudo-rapporti di relazione, non dico quasi mai niente, a parte qualche battuta al vetriolo, piazzata qua e là e regolarmente lasciata cadere nel vuoto (ma non perché siano scaltri, semplicemente non la capiscono...). Osservo e mi compiaccio di me stesso: non sono mai stato democratico e non me ne vergogno certo, ma stare in mezzo ai più "codini" dei reazionari italici è un'esperienza impagabile: se avete senso della Storia, è come mettere un bonapartista convinto (lo scrivente), nel bel mezzo di un gruppo di Marie Antoinettes che si credono giacobine. Per ridere di cuore, che c'è di meglio...?

                        Piero Visani




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