Non passa giorno che non ci pensi. Non è facile combattere una guerra su più fronti. Con l'Italia ho chiuso da tempo, ma è lei che non ha chiuso con me, il che significa che prima o poi (più prima che poi...) dovrò levare le tende.
Con l'Europa non ho chiuso da tempo, per la verità non ho proprio mai aperto, ma il discorso è più o meno analogo al precedente. La domanda che mi pongo, infatti, è la seguente: per quanto si possa essere masochisti, ha senso vivere in uno Stato come questo, in un'Europa come questa, sapendo per di più che quello che non è stato fatto finora dai burocrati e dai politicanti sarà fatto dalle masse umane che sempre più si riverseranno in direzione del Vecchio Continente, man mano che questo vedrà la sua popolazione autoctona diminuire per mancanza di nascite?
Tra le tante risposte possibili, varie ne ho accarezzate in passato, a livello di esperto di questioni strategiche o di docente di italiano, ma la prima non mi ha mai convinto, perché non voglio fare il lacchè dell'occidentalismo in alcuna parte del mondo e per la seconda non ho particolare vocazione. La lingua credo di saperla decisamente bene, ma la letteratura non altrettanto e soprattutto non mi interessa particolarmente.
Da qualche anno a questa parte, la mia ricerca verte sul commercio internazionale, per potermi andare a sistemare in una piccola isola (sceglierò poi quale), dove dedicarmi al trading di commodities o di altre merci e, nei momenti liberi, scrivere. Avrei molte cose da scrivere, sia a livello di saggistica sia di romanzi, ma la prima preoccupazione che ho, da qualche anno a questa parte, è di liberarmi dall'incubo degli Stati, dei governi e delle burocrazie. L'ultima parte della mia vita vuole essere fermamente dedicata a questo: se non posso nuocere loro (e la cosa mi scava un autentico fossato nell'anima), vorrei almeno fuggire il più lontano possibile, là dove sia possibile condurre una vita non fatta soltanto di scadenze da adempiere, di tasse da pagare e di iniziative da sospendere per eccesso di pastoie burocratiche.
Se ho un piccolo viatico di giovinezza nell'anima, esso consiste nel fatto che ogni anno che passa mi sento più ribelle, reattivo e voglioso di fare nuove esperienze. Nulla mi lega a questi luoghi di ingiustizia, furto, prevaricazione e dolore. Da tempo mi sono spogliato di qualsiasi bene e perseguitarmi può solo servire ad uccidermi, certo non a privarmi di ricchezze che non ho. Mi piace anticipare, per mentalità, le mosse del nemico e, non appena ho capito che la leva patrimoniale sarebbe stata usata con energia a mio danno, mi sono liberato di ogni patrimonio. Sono il meno "tenente" dei nullatenenti, ma ho scarsa o nulla propensione a darmi in pasto alle iene e ai corvi, per cui perseguo costantemente vari progetti che mi portino il più lontano possibile da questo "mondo di ladri". L'Europa morirà, e io con lei, ma ci facevamo profondamente schifo a vicenda e, visto che lei si è sempre preoccupata di farmelo sapere, è giusto che anch'io la informi che il mio è un sentimento ricambiato forse più che dal profondo del cuore, da ancora più in là.... Se potessi aiutare chi si propone di distruggerla dalle fondamenta lo farei volentieri, ma temo di non averne più l'età. Al riguardo, comunque, cerco di dare utili consigli a mio figlio. Saper chiudere in bellezza è importante, per chi ama lo stile.
Piero Visani
Tra le tante risposte possibili, varie ne ho accarezzate in passato, a livello di esperto di questioni strategiche o di docente di italiano, ma la prima non mi ha mai convinto, perché non voglio fare il lacchè dell'occidentalismo in alcuna parte del mondo e per la seconda non ho particolare vocazione. La lingua credo di saperla decisamente bene, ma la letteratura non altrettanto e soprattutto non mi interessa particolarmente.
Da qualche anno a questa parte, la mia ricerca verte sul commercio internazionale, per potermi andare a sistemare in una piccola isola (sceglierò poi quale), dove dedicarmi al trading di commodities o di altre merci e, nei momenti liberi, scrivere. Avrei molte cose da scrivere, sia a livello di saggistica sia di romanzi, ma la prima preoccupazione che ho, da qualche anno a questa parte, è di liberarmi dall'incubo degli Stati, dei governi e delle burocrazie. L'ultima parte della mia vita vuole essere fermamente dedicata a questo: se non posso nuocere loro (e la cosa mi scava un autentico fossato nell'anima), vorrei almeno fuggire il più lontano possibile, là dove sia possibile condurre una vita non fatta soltanto di scadenze da adempiere, di tasse da pagare e di iniziative da sospendere per eccesso di pastoie burocratiche.
Se ho un piccolo viatico di giovinezza nell'anima, esso consiste nel fatto che ogni anno che passa mi sento più ribelle, reattivo e voglioso di fare nuove esperienze. Nulla mi lega a questi luoghi di ingiustizia, furto, prevaricazione e dolore. Da tempo mi sono spogliato di qualsiasi bene e perseguitarmi può solo servire ad uccidermi, certo non a privarmi di ricchezze che non ho. Mi piace anticipare, per mentalità, le mosse del nemico e, non appena ho capito che la leva patrimoniale sarebbe stata usata con energia a mio danno, mi sono liberato di ogni patrimonio. Sono il meno "tenente" dei nullatenenti, ma ho scarsa o nulla propensione a darmi in pasto alle iene e ai corvi, per cui perseguo costantemente vari progetti che mi portino il più lontano possibile da questo "mondo di ladri". L'Europa morirà, e io con lei, ma ci facevamo profondamente schifo a vicenda e, visto che lei si è sempre preoccupata di farmelo sapere, è giusto che anch'io la informi che il mio è un sentimento ricambiato forse più che dal profondo del cuore, da ancora più in là.... Se potessi aiutare chi si propone di distruggerla dalle fondamenta lo farei volentieri, ma temo di non averne più l'età. Al riguardo, comunque, cerco di dare utili consigli a mio figlio. Saper chiudere in bellezza è importante, per chi ama lo stile.
Piero Visani
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