Poco più di un anno fa, un parente mi chiese se potevo dare una consulenza a un suo amico. Nulla di direttamente attinente la mia attività, ma semmai afferente a legami che coltivo da anni e sui quali ho sviluppato, con il tempo, una certa esperienza.
Mi prestai volentieri alla bisogna e mi recai a casa della persona che aveva necessità della consulenza: bell'appartamento borghese, cane di razza d'ordinanza, colf filippina, etc. etc. Persone squisite, non particolarmente simpatiche, ma con savoir faire.
Marito e moglie mi esposero il loro caso, ed io, forte dell'esperienza maturata in materia in circa un ventennio di frequentazione tangenziale di un determinato ambiente, prospettai subito loro quale poteva essere - a mio giudizio - la soluzione migliore.
Parvero soddisfatti e mi chiesero quale costo potesse avere la cosa. Io tenni a precisare che, come semplice consiglio, non ne aveva ovviamente alcuno. Se invece avessero voluto utilizzare i professionisti di mia conoscenza, ovviamente ne avrebbe avuto uno.
La cosa non parve turbarli, ma li turbò - e non poco - il fatto che anche io rientrassi, per quanto con una percentuale minima, nel pacchetto dei costi. Mi resi subito conto del loro irrigidimento, ma non avevo soluzioni alternative: dovevo impiegare tempo e denaro per organizzare incontri e spostamenti, oltre che per mettere a loro disposizione risorse su cui non tutti potevano contare, per cui - inevitabilmente - qualcosa sarei costato anch'io.
La mia richiesta dovette parere loro un sovraccarico di costo imprevisto, per cui, non potendo liquidarmi sui due piedi, mi diedero l'incarico di prospettargli un piccolo progetto esecutivo. Mi fu subito chiaro che si trattava di una soluzione elegante per liquidarmi, ma non volevo urtare né loro né il parente che mi aveva mandato lì, per cui, nei giorni successivi, mi diedi da fare per preparare rapidamente un piccolo progetto.
Tornai da loro, con il mio progettino, dopo poco più di una settimana, e mi resi subito conto che non erano rimasti con le mani in mano, ma avevano acquisito molte informazioni sulla questione di loro interesse.
Esposi per sommi capi il mio progetto e i suoi costi, e loro - molto educatamente - mi fecero presente che in sede bancaria avevano trovato una soluzione a costi molto inferiori e che - piccolo tocco di classe che ero sicuro non sarebbe mancato... - non li avrebbe costretti a distribuire percentuali a questo e a quello (e mi incominciai a chiedere, visto che amo le analisi semantiche, se io fossi "questo" o "quello", o entrambi...).
Come mi imponeva la mia etica professionale, feci loro presente che era vero che la soluzione che era stata loro proposta era molto economica e "sicura" nell'immediato, ma li misi in guardia sul fatto che, a scadenza neppure troppo lunga (feci una previsione di due anni), si sarebbe trasformata in un terribile boomerang, per cui, per non mettere a rischio il 3-5% del capitale coinvolto, alla fine se ne sarebbero visti prelevare il 70-80% (più la piccola quota richiesta dalla banca).
Mi guardarono come se venissi da Marte (e in effetti, a forza di ricevere sguardi del genere, ormai comunque penso anch'io di venirci, senza contare che mi piace molto I will survive, di Gloria Gaynor...) e mi fecero cortesemente capire che era legittimo che io facessi gli interessi dei miei colleghi e miei, ma che a loro volta dovevano fare i propri e naturalmente non potevano rifiutare un'offerta così conveniente come quella che gli era stata prospettata dalla banca.
Non insistetti, detesto le trattative da suk arabo. Presi congedo, ringraziandoli per avermi contattato e consultato.
Proprio ieri, molto prima che fossero passati i due anni che avevo ipotizzato, ho saputo dal mio parente che stanno conoscendo "il lato oscuro dell'accertamento" e che la richiesta che gli è stata rivolta è pari a circa l'80% del capitale interessato. Così, per non spendere subito il 3-5% del medesimo, regaleranno a chi ne farà un pessimo uso una differenza del 75%...!
Ci sono notizie che inevitabilmente mettono di buon umore e piccole soddisfazioni che uno si prende senza grande sforzo, semplicemente lasciando che la coglioneria borghese faccia il suo corso.
Ho sempre amato la politica - lo confesso - perché in definitiva non è altro che pascere subiectos, ed è facilissimo farlo, perché sono troppo stupidi, anche quando si credono molto furbi.
Piero Visani