Gli italiani ancora non lo sanno, ma sono da tempo in guerra su vari fronti.
Sul fronte interno, lo Stato si propone palesemente di depredarli e ucciderli tutti con la leva fiscale, escluse ovviamente le sue clientele.
Sul fronte esterno, sempre lo Stato si dimentica bellamente di svolgere il suo ruolo di pubblico sostegno a tutti coloro che sono vittime delle sue leggi assurde (vicenda marò) o del totale menefreghismo nei confronti dei cittadini sequestrati all'estero e lasciati bellamente morire (vicenda dei tecnici in Libia), a condizione che non offrano la possibilità di qualche passerella o "photo opportunity" a qualche ministro.
Ora si aggiunge pure la nuova campagna di Libia e le agenzie di pompe funebri (ci asteniamo dal fare considerazioni sulla proprietà di non poche di esse, perché nascerebbero interessanti considerazioni sui nuovi bellicismi...) stanno già valutando la possibilità di cospicui incrementi di fatturato, tra le perdite di fanteria sul campo e il passaggio del territorio nazionale in primissima linea nelle cosiddetta (molto cosiddetta) "guerra al terrore", con possibilità più che concreta di tutti i tipi di attentati.
Al di là dei vari regimi che si sono susseguiti in questo Paese, storicamente il dato comune alle nostre classi dirigenti è il cialtronismo: che sia il riflesso delle "qualità" di tutto un popolo...?
Piero Visani