domenica 13 marzo 2016

Il Gruppo Orbis, un errore ben riuscito...

       Quando decisi di creare il Gruppo Orbis, all'inizio del 2008, ero mosso da un insano desiderio: creare una piccola società assolutamente atipica nel mercato nazionale, capace di svolgere una serie di attività convergenti e, di fatto, strutturate come singole business units.
       Provai a parlarne un po' in giro, per vedere se trovavo qualche finanziatore, ma non ebbi alcuna fortuna. In Italia, per poter raccattare un po' di soldi, devi far capire a chi te li potrebbe dare che cosa andrai concretamente a fare. Io ero in grado di spiegarlo, ma non ero affatto sicuro che mi avrebbero capito. E infatti non mi capirono...
       Cominciai dunque da solo e con pochi supporti familiari, e da solo, in definitiva, sono rimasto, pur in mezzo a varie esperienze di partnership a volte positive, a volte meno, ma tutte conclusesi - a parte una, condizionata da fattori estranei alla dimensione lavorativa - con il mantenimento di ottimi rapporti reciproci, sovente anche collaborativi.
       Nel corso del tempo, l'attività che ha dato le maggiori soddisfazioni al Gruppo è stata quella delle ricerche di mercato, che per un certo periodo è risultata davvero interessante e che tuttora rimane il nostro core business. Sfortunatamente, solo pochi dei nostri clienti ne hanno compreso la enorme valenza ad ampio spettro e questo ci ha purtroppo negativamente condizionato. Tuttavia, continuiamo la nostra missione di evangelizzazione, cercando di spiegare l'ovvio a chi sa lamentarsi di molte cose, meno sa invece come gestirle in positivo, con un po' di sagacia e poca spesa.
     L'altra attività che ha costituito il nostro core business è stato il ghostwriting, cosa di cui peraltro non si può parlare più di tanto per ragioni di riservatezza e tutela dei committenti.
       Sullo sfondo sono rimaste altre attività importanti, come le traduzioni (dove comunque, grazie alla qualità del nostro operato, siamo riusciti a diventare fornitori del Gruppo Ferrero), la formazione in presenza e a distanza (dove abbiamo lavorato per l'ARPA Liguria), il monitoraggio dell'informazione (dove abbiamo avuto clienti di assoluto prestigio, tanto a livello istituzionale quanto di aziende private, in particolare nel campo della GDO: Coop Liguria, Gruppo Gilardini, Eurospin), lo storytelling, la comunicazione politica e quella istituzionale.
       Nel 2011, poi, c'è stata una prima svolta. Stanco di sentirmi dire che non si capiva quel che facevo, ho cominciato a virare verso la mediazione commerciale e il trading internazionale, dove almeno i ruoli che andavo ad assumere erano meno criptici per il mio uditorio. Non ho fatto grandi progressi, ma almeno ho potuto cessare di spiegare che cosa facessi. Queste attività, infatti, sono ben chiare ai più, il che peraltro non li esime dal cercare di fregarti non appena possono. Con numerose e lodevoli eccezioni, sia chiaro, ma anche con un'atmosfera complessiva davvero desolante.
       In realtà, più che un errore di saggezza, con la creazione del Gruppo Orbis ho commesso un errore di presunzione: il supporre che quello che era chiaro a me potesse esserlo anche agli altri. E infatti chiaro non era, non è e probabilmente non sarà mai, ma ormai non me ne preoccupo più di tanto: ho orientato la mia attività in alcune direzioni precise, che peraltro si allargano continuamente, e da lì non defletterò più. Io so che cosa voglio fare, e come. Non sempre mi pare che tale mio orientamento risulti condiviso, ma la rete relazionale che ho costruito è ormai molto ampia ed è solo questione di tempo, tempo e pazienza, perché sta continuando ad allargarsi.
       Certo, oggi il Gruppo Orbis fa molte attività diverse e, in molte, deve scontare il manifesto disprezzo di chi lo considera assolutamente intercambiabile con altri. Non ce ne lamentiamo e, quando accade, lasciamo che il tempo sia galantuomo. Per fare un solo, piccolo esempio, verificatosi a livello istituzionale, quando - per ragioni di bassa ostilità politico-culturale - ci venne tolto un servizio di monitoraggio che svolgevamo da anni e passato a una società che aveva solo il pregio di avere solide protezioni politiche, esso durò meno di un anno e annegò nella manifesta insipienza dei nuovi venuti. Di conseguenza, non potendo esserci restituito, per evidenti motivi, venne soppresso...
       Questa è l'Italia. Eppure, ad onta di tutto ciò, il Gruppo è sempre andato avanti; faticosamente, ma avanti. A breve, lo trasferirò all'estero e lo trasmetterò a mio figlio, che ne farà quel che meglio crede. Quanto a me, sono molto affezionato al Gruppo Orbis perché mi ha consentito di vivere da randagio bastardo quale sono, ma libero. Ho preso tanti sorrisi di compatimento e mi sono sentito dire innumerevoli "no", ma sono sempre e comunque riuscito a lavorare, a essere indipendente, a vedere riconosciuta la mia professionalità e a non dovere piegare il capo, io... Sarei curioso di sapere se molti di quelli che mi hanno snobbato con fastidio potrebbero dire altrettanto...

                                             Piero Visani