giovedì 29 giugno 2017

Interrogativi esistenziali


       L'amico Roberto Alfatti Appetiti ha fatto circolare questo cruciale interrogativo posto da Carl Gustav Jung:
"Io non sono ciò che mi è capitato di essere. Io sono ciò che ho scelto di diventare".
Chi di voi può fare propria questa affermazione di Carl Gustav Jung? Io no
.
      Ho risposto senza problemi: "io sì". Con ciò, non intendo certo farmi bello agli occhi di chi legge, ma semplicemente di riassumere, in due parole, le scelte di vita che ho compiuto.
       Dal momento della selezione della facoltà universitaria, a quello del lavoro, a quello di fondamentali cambi di attività, ho sempre "scelto di diventare".
        Ancor più a livello personale, dove i "non essere puerile", "fai quello che ti dico", "fai quello che è necessario", "fai quello che è più conveniente", "restiamo amici", etc. etc., si sono sprecati fino a tempi recentissimi. Fortunatamente, io dei rapporti umani e delle scelte eterodirette non me ne faccio alcunché, cosippure come non mi interessa di avere una dimensione sociale. Sono selvaggio, asociale, ribelle. Ogni volta che si è cercato di cambiarmi di natura sono scomparso, per sempre.
       Non "sono come tu mi vuoi" o "come voi mi volete". Ho fatto sempre di testa mia. Non credo neppure di aver perduto molto. Se non andavo bene, amen.

                      Piero Visani

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