Non sono un fautore della "decrescita felice". L'unica decrescita che conosco, a tutti i livelli, è quella infelice.
Sono stato vittima di molte decrescite, tutte infelici, e ho reagito alla mia maniera, cercando di gettare la migliore luce possibile su ciò che era ancora lecito illuminare. Ho appena scritto due romanzi, su questo.
Gradirei moltissimo essere lasciato tranquillo, nel senso di essere tenuto al di fuori di banalità e volgarità. Non ho nulla contro alcuno, ma vorrei non essere tirato in ballo in niente e per niente. In tutte le civiltà c'è rispetto per i defunti (anche per quelli metaforici).
Ho una mia sensibilità, molto diversa dalla media, e non ho nulla contro la sensibilità media, ma io non c'entro. Avere compiuto dei percorsi con me può essere stato propedeutico, talvolta persino maieutico, così come lo è stato - e l'ho scritto - per me (e credo che quest'ultima sia una bella ammissione). Poi però non vorrei finire, magari essendovi trascinato per i capelli, in un mondo che non è mio, fatto di lazzi, frizzi, battutine da due soldi (da quattro sarebbe già dire troppo) e altro ciarpame nazional-popolare, quello dove le persone si cambiano come le scarpe, oggi blu in coordinato con il colore della borsa, domani nere per lo stesso motivo, sabato sneakers, domenica infradito. Tutto ciò mi urta, è soverchiamente cheap.
Io ho lasciato la mia impronta su certe situazioni, ma ovviamente poi tale impronta svanisce, scompare, si estingue, e magari subentrano comportamenti più disinvolti, che vanno benissimo - sia chiaro - ma se non coinvolgono me o chi per me.
Io chiedo solo di essere considerato defunto - metaforicamente o no, non mi importa - e credo si tratti di richiesta legittima, nonché conforme a certe aspirazioni di parte. Defunto significa dimenticato e da non citare mai, per nessun motivo, tanto meno con falsa dimestichezza, inesistente da tempo. E non ho un passato comune, perché quella è la prima cosa che è stata cancellata.
Io non esisto più, per certe persone. Chiedo la cortesia che se ne tenga conto. E chiedo anche di essere cortesemente espunto da ogni forma di memoria. Non sono un ex o quant'altro. Sono niente. Non sono uomo da mediazioni o patteggiamenti. Ho in orrore il diritto.
Grazie.
Piero Visani
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