Dovresti partire, ma non puoi. Un imprevisto ai limiti dell'assurdo ti blocca. Ma la volontà di potenza che ti porti dentro è tale che distruggerebbe ogni ostacolo, e infatti lo distrugge.
Elaborata, nel giro di qualche minuto, una soluzione alternativa, la fai tua e parti comunque. Nessuno te lo può impedire e te lo impedirà.
Sorridi, viaggiando, pensando al fatto che qualche forza oscura non voglia che tu faccia quello che stai facendo e ridi, pensando che lo farai comunque. Una parte remota di te ti dice di non eccedere con la "hybris", per non accendere l'ira degli dei. Ma tu non hai paura dell'ira degli dei, sei prometeico, ti va di sfidare tutto e tutti e, se per caso ti capitasse di morire nel corso di una sfida o di una "missione impossibile", sarebbe per te la morte più gradita, quella a cavallo tra la sfrontatezza e il beau geste. Quella che forse non lascia memoria o è accompagnata dai giudizi negativi dei fautori del perbenismo, ma che per te sarebbero i più gradevoli discorsi di addio: "era pazzo, sempre sul filo del rasoio, sempre alla ricerca del tutto o del nulla. E l'ha trovato...". Loro sogghignerebbero, magari scuotendo il capo, tu rideresti, pensando che chi è stupido di fronte alla vita, perché non dovrebbe esserlo di fronte alla morte...?
Forse per questo, nel corso del tuo viaggio, altri imprevisti ti si parano di fronte, ma tu - sagramentando - li superi tutti, minuto dopo minuto, chilometro dopo chilometro, finché, in un luogo decisamente improbabile, ma proprio per questo più bello, più affascinante, il premio della tua lost highway si materializza. E vederlo dopo una tale fatica, dopo una così gigantesca sfida al destino cinico e baro, e alle forze avverse che hanno congiurato contro di te per una mezza giornata, ti riempie di una gioia rara, di una soddisfazione che credevi fosse ormai impossibile provare ancora, e che invece provi, intensa, intima, primigenia. Così, un caffé in un classico "non luogo" à la Marc Augé diventa un evento, un fatto quasi rituale che ti si infigge nella memoria e non ti abbandona più, neppure nei giorni successivi.
Il premio del tuo lungo girovagare, con un assoluto colpo d'ala mentale e comportamentale, ti offre perfino - su un piatto d'argento, forse addirittura d'oro - la possibilità di celebrare in pompa magna il tuo straordinario accanimento, la tua feroce tenacia. Ne perdi l'opportunità, un po' perché non ti pare classy, un po' perché l'adrenalina tracannata a fiumi nel corso di un intero pomeriggio si è trasformata in un accesso di orgoglio al quale non riesci a sottrarti, e che ti rende cieco di fronte a particolari anche estremamente importanti, a gratificazioni aggiuntive e tutt'altro che banali o scontate.
E' il trionfo del tuo Ego e - come sempre - sei alquanto indulgente nei confronti del medesimo: gli perdoni, ti perdoni tutto. Tuttavia, più tardi ti riscatti con la tua dolce compagna offrendole un'orgiastica mescolanza di Bacco, Dioniso, Eros, secondo le migliori tradizioni della tua Weltanschauung. Per cercare di "vivere di più", e riuscire a farlo, irridendo tutte le forme di continenza e di rinuncia, perseguendo la virtù vera, quella dell'"andare oltre", ricercando i tuoi limiti e scoprendo con soddisfazione infinita di non averne, perché ogni volta che ne trovi uno lo abbatti strada facendo...
Piero Visani
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