Ci fu un tempo in cui anch'io facevo ancora le vacanze, talora più stanziali (specie quando mio figlio era ancora piccolo) talaltra più di viaggio.
Poi, man mano che l'Europa diventava quel lager a cielo aperto che è diventata, in cui lavorare si faceva più difficile, il mercato (praticamente in tutti i campi) si restringeva fino a chiudersi e il fisco ti chiedeva ogni avere, le ho ridotte progressivamente anch'io e ora, da due anni a questa parte, non le faccio più.
Non è gran perdita, ci sono miliardi di persone che stanno peggio di me. Però, di natura sono molto, moltissimo vendicativo e tendo a tenere a mente nomi, cognomi e indirizzi di tutti coloro che mi fanno degli sgarbi, mi privano di vita, gioie, piaceri, sogni, esperienze.
Io questi nomi me li sono doverosamente appuntati, a futura memoria. Non succederà, ma - semmai dovesse - una cosa che certamente mi è estranea, anche nella mia modestissima attività di "diffusione culturale", è l'umana pietà per chi mi ha colpito. Non ne hanno avuta con me, non ne avrò con loro. E soprattutto insegnerò ai giovani a non averne. E' tutto quello che posso fare e lo farò volentieri, molto volentieri. Un mio docente, tanti anni fa, mi disse che sarei stato esemplare, come "cattivo maestro". Mi auguro vivamente che avesse ragione...
Piero Visani
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