venerdì 1 agosto 2014

Una notte a Superga

       L'intercollinare che da Pino Torinese conduce a Superga è immersa nel buio, più silente che mai. La tranquillità dei luoghi è violata dal CD della mia auto, tenuto a volume piuttosto alto, ma non altissimo. Una voce femminile educata, ma bisognosa di guida, come in un karaoke, intona brani di "Perle", di Gianna Nannini, dimostrandosi assai brillante nell'imitazione dell'originale.
       Serenità, rilassatezza, notte d'incanto. Là ove possono vivere in solitudine, o a distanza di sicurezza dai loro simili, gli umani hanno una possibilità, neppure troppo modesta, di essere felici. La felicità risiede nella sospensione spazio-temporale, in un "non essere" che in realtà è l'unica, vera, intima, possibile essenza dell'essere.
       Siamo quando "non siamo". Terribile paradosso, sintesi di tutte le nostre infelicità e disgrazie. Siamo quando possiamo collocarci "fuori dal tempo e dallo spazio".
       "Notti senza cuore, da non aver pietà", canta la mitica Gianna con quella sua voce che pare uscire da qualche abisso, e io comprendo - una volta per tutte - quanto quelle tragiche parole siano vere. La felicità è possibile, basta sottrarsi a chi te la nega. Ormai il mio unico obiettivo esistenziale è recuperare quel "paradiso perduto", a qualunque costo. Ci riuscirò.

                              Piero Visani

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