Ci sono certi momenti che ricordano - probabilmente a molti di noi - quanto le nostre vite avrebbero potuto essere diverse se non fossimo stati oggetto di attenzioni interessate, intese solo a sfruttarci in qualche modo, alle quali abbiamo scioccamente prestato orecchio per la nostra natura disponibile, dialettica e generosa.
Avremmo dovuto essere meno ingenui, questo sì, ma la nostra etica individuale ci ha sempre tenuti lontani dallo sfruttamento interessato degli altri e dunque fatichiamo un po' a metterci "in panni che non siamo soliti indossare".
Nulla di serio, per carità, tanto più che tutte le esperienze - anche quelle non positive - hanno il pregio di apportare comunque qualcosa a chi le fa (o viene costretto a farle...). Tuttavia, l'intromissione molesta è sempre un po' disturbante, tanto più quando è intesa ad arraffare tutto il possibile, senza lasciare nulla in cambio. Un esercizio predatorio, intriso ovviamente di virtù e falso moralismo. Da iene.
Ci sono soggetti che amano comportarsi così, che forse lo fanno abitualmente. Nulla da dire, nessuna considerazione di stampo moralistico da fare, se non precisare che io, per mia fortuna, sono profondamente diverso da costoro. In particolare, credo di potermi definire anch'io un predatore, ma sono un lupo, non una iena. C'è differenza.
Piero Visani
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