L'acqua.
Le stelle.
La spiaggia ormai vuota; vuota di voci, di suoni non propriamente eufonici, di presenze.
I miei passi sulla sabbia. Mi lascio scivolare, perplesso, "in momenti vissuti di già".
Certo, ma quando? Quanto tempo fa? Anni, decenni, secoli?
Tutto appare immutabile, intorno a me, ma non immutato. Inoltre, sono cambiato io. La mia disponibilità alle manfrine e agli inganni si è fatta ridotta, limitatissima.
Ho poggiato i piedi su quelle fini arene - poco importa se di Forte dei Marmi, Varigotti, San Remo o di esotiche spiagge straniere - alla ricerca di storie vere, ma quante ne ho trovate? Menzogne, esitazioni, transazioni, piccoli commerci di anime e corpi.
Mi sono estenuato, in questi percorsi, ma non per fatica, per noia. Ora preferisco stare solo, o in compagnia di una donna vera (qualcuna esiste ancora) o di una mercenaria dichiarata. Quelle traslate - a dirla proprio tutta - mi hanno stancato e la mia età e la mia conoscenza della vita infine mi consentono di scegliere.
Sarà per questo che stasera, su questa spiaggia densa di ricordi di una vita, sono immensamente felice: ora posso scegliere tutto ciò che mi piace, e farlo a titolo perfettamente gratuito, non oneroso. E distribuire rifiuti a mia volta. Così, per pareggiare i conti. Le vendette sono piatti che si consumano freddi e l'invecchiamento di un uomo - un uomo molto attento alla cura del proprio fisico - è infinitamente più lento di quello di molte donne.
"Voglio ridere..." e il resto della canzone potete ascoltarlo da soli.
Piero Visani
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