Gli assetti geopolitici nati dopo il 1989 sono in via di celere sgretolamento e ancora si stenta a distinguere nitidamente quelli nuovi. Quello che è certo è che il mondo non sarà più unipolare, dunque esclusivamente a controllo statunitense, ma multipolare, con attori come Cina, Russia e altri soggetti emergenti, sui quali si potrebbero formulare ipotesi diverse.
Su questo sfondo, è chiaro che alla politica internazionale viene restituito dinamismo e che, in ogni caso, da una fase di dopoguerra siamo sicuramente passati a una di anteguerra. Formulare previsioni è un esercizio difficile e sicuramente sterile, ma il dinamismo aiuta i fautori della destabilizzazione, non certo i conservatori.
Occorre comprendere quali e dove siano i punti di giunzione tra chi difende lo "status quo" e chi ha interesse a cambiarlo. Poco si può fare da soli, molto andando a ricercare solidarietà e convergenze tra coloro che sono "i nemici dei miei nemici".
Ma occorre avere la mente sgombra da pregiudizi e non vedere il diavolo dove non c'è o solo perché si nutre soverchio amore per "l'acqua santa" (spero sia chiaro, questo fondamentale passaggio, ai "difensori della Cristianità...") o per la "naturale superiorità" della "civiltà occidentale". Questo perché è da tempo, da molto tempo, che occorre cambiare parametri interpretativi che è eufemistico definire obsoleti.
Scrivo questo non per farmi dei nemici, ma perché - a mio modestissimo avviso - in compagnia di "difensori dell'Occidente" e di "difensori della Cristianità" non si va da nessunissima parte. Scritto e detto con il massimo rispetto dei medesimi. Scegliersi con cura i compagni di viaggio, onde non fare "vacanze" molto deludenti... E nessun timore, da parte mia, di essere "buttato via". Dopo tutto, è solo e sempre "a Road to Nowhere". Almeno farla senza zavorre (reciproche)...
Piero Visani
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