La vittoria non è mai troppo pedagogica; le sconfitte notoriamente insegnano di più. Però, assaporato ogni tanto, magari anche raramente, il gusto della vittoria non è male.
Inoltre, può indurre a pensare sul perché si è vinto, e non il contrario, e anche quella è una riflessione pedagogica. Forse per reciproca inutilità? Se così fosse, sarebbe stupendo. Quando nessuno vuole niente dall'altro, intese profonde sono possibili. La nostra dichiarata inutilità ci avvicina. Non serviamo a niente. Serviamo a noi.
Si può essere tutto scegliendo di essere deliberatamente nulla. L'asocialità, anzi l'outwordliness, come scelta di felicità. Non valiamo reciprocamente nulla, o forse valiamo tutto.
Liberi, liberi e non demenzialmente borghesi.
Sofisti per caso e per consapevolezza. Forse surfisti sulle onde della vita. Ma mai in equilibrio, sempre dannatamente squilibrati. Mai ragionieri, sempre biscazzieri. Mai ordire, sempre ardire.
Grande divertimento. Oltre. Per dare scandalo. Quasi evangelici: oportert ut scandala eveniant...
Piero Visani
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