Sfacelo totale, de-industrializzazione compiuta, Stato in bancarotta, problemi gravi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Politiche di austerità sempre più severe, intese solo a gettare le ultime risorse nella voragine senza fine del debito pubblico, peraltro in costante aumento e ormai vicino al 200% del PIL.
Al Prodotto Interno Lordo, ovviamente, non pensa più nessuno, perché quelli che non riescono a produrlo in quanto disoccupati hanno problemi di sopravvivenza decisamente più urgenti, mentre chi ancora ci riesce, facendo leva sulle proprie capacità di export, comprensibilmente ha scelto di delocalizzare le proprie attività all'estero, in quanto di Stato, Agenzia delle Entrate, Equitalia e compagnia "fottente" ha naturalmente deciso di fare a meno.
La popolazione soffre, chi può emigra, contento - come più di un secolo fa - di fare il cameriere in qualsiasi parte del mondo PIUTTOSTO CHE LO SCHIAVO A CASA PROPRIA. L'invecchiamento della medesima, inoltre, favorisce la passività e l'accettazione delle direttive di governi ormai palesemente ridotti al ruolo di meri esecutori di direttive straniere.
Il colossale afflusso di migranti, non indirizzato in alcun modo dai pubblici poteri, ha trasformato l'Italia in una realtà etnicamente molto mista e, in mancanza di qualsiasi forma di controllo, sono penetrati nel Paese parecchi agenti di servizi segreti stranieri, alcuni dei quali con il preciso incarico di destabilizzare il "ventre molle" della UE, primo passo verso la destabilizzazione dell'Europa tutta.
Coloro i quali puntano alla creazione di nuovi "califfati", infatti, avendo una strategia stanno ovviamente guardando lontano e si preparano a gettare le basi di un espansionismo che al momento è difficile ancora valutare e discernere appieno, ma è innegabile.
L'Italia diventa così il luogo di scontro di imperialismi diversi, vecchi e nuovi, e la tranquillità che molti avevano sperato di conquistarsi vendendo l'anima (e non solo...) al vecchio regime parassitario repubblicano si trasforma in un ricordo lontano, in un Paese scosso da attentati, scontri di piazza, atti terroristici palesemente eterodiretti.
Un' Italia come "enjeu", cioè come luogo in cui vecchi e nuovi soggetti politico-strategici giocano con il destino di un popolo e si preparano a nuove battaglie. E gli italiani sempre schiavi: in precedenza schiavi vivi, ora schiavi con maggiori possibilità di morte... A meno che non decidano di scegliere e di combattere per un nuovo padrone, poiché di lotte per l'indipendenza e l'autonomia francamente non ne ho al momento sentore.
"Franza o Spagna, purché se magna!". Una condanna storica che si trasforma, una volta di più, in una vigliacca strategia di sopravvivenza.
Ma nessuno si spaventi, sono solo ipotesi di scuola. Tutto va bene e a fine anno i conti saranno a posto, magari dopo l'ennesima "manovra di aggiustamento" dei medesimi... C'è davvero ancora qualcuno che ci crede? Mi piacerebbe conoscerlo...
Piero Visani
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