A volte mi sorprendo a pensare a tutta l'energia che ho disperso in relazioni interpersonali che non avrei mai dovuto intraprendere e che invece ho voluto egualmente avviare nella speranza che potessero portarmi da qualche parte, che mi consentissero di raggiungere obiettivi di dialogo interpersonale.
Credo di aver combinato parecchi disastri, ma mi sono sempre alquanto annoiato (o irritato) a mediare e le relazioni umane sono tutte una mediazione, mentre a me mediare non piace granché. Dovevo sempre diventare qualcosa di diverso da quello che ero, per soddisfare appieno le mie interlocutrici, e allora, a partire da una certa data, ho preferito lasciar perdere. Tutto diventava una via di mezzo tra mediazione e rappresentazione, e io ci scapitavo sempre.
Da alcuni anni mi dedico esclusivamente a ciò che mi piace e che non mi esponga a trattative da "mercato del pesce" (e non sono sicuro di stare usando questa espressione a caso...). Questa mia durezza è sovente scambiata per brutalità ed è probabile che sia così, ma non c'è nulla di più noioso che dover mediare, aspettare, chiedere, transare, comprare, vendere... Se c'è una vocazione che non possiedo, è quella alla mercatura.
I miei psicologi mi hanno consigliato di lasciare perdere, perché ho disperso troppa energia in questi rapporti in fondo del tutto falsi e io ho infine dato loro ascolto. Ora riservo spazio solo a chi condivide la mia visione del mondo, a chi non mi ferisce, a chi non mi considera una pedina nei propri giochi e giochetti. Sono molto più solo di un tempo, ma sono più sereno, direi perfino più felice, e non devo assecondare i progetti e progettini di alcuna. Uso bene il mio tempo, non disperdo energie. Ne ho disperse troppe in passato, andando incontro a delusioni anche forti. Ora non più, basta. Di prese in giro ne ho subite anche troppe. Solo rapporti chiarissimi e amicizie lunghe. Non ho più spazio per altro. Ho già dato.
Piero Visani