Qualche volta, nel vasto teatro della vita, sono stato tentato da qualche "scrittura fasulla" che io, per mera ingenuità, ho preso per vera. Di indole rettilinea, ci metto sempre un po' di tempo a capire che certe signore amano gli esercizi di seduzione per autorassicurazione e come "tagliando anti-aging" (se proprio si vuole essere perfidi), specie se - come è solito dire un mio carissimo amico genovese, grande appassionato di calcio - "sono all'85° e non sono previsti supplementari, al massimo rigori..."
Un po' di smarrimento da parte mia; qualche dolorosa sorpresa per essere stato preso in giro sostanzialmente senza meritarlo; un po' di inevitabile sofferenza per la buona fede carpita; e infine un po' di necessario pareggiamento dei conti, tanto per chiarire che è meglio soffrire in due, piuttosto che da soli, specialmente se - come nel mio caso - si ha una naturale inclinazione all'overkilling...
Tuttavia, a gioco lungo, l'aver peccato di ingenuità lascia complessivamente sereni, perché non si è mentito o barato, ma semmai ci si è dimostrati troppo creduloni. La creduloneria è certamente un difetto, ma è frutto di un eccesso di fiducia e sincerità. Non è una cosa brutta e tanto meno lesiva come l'astuzia finalizzata al conseguimento di risultati.
Così ci si ritrova tranquilli con la propria coscienza: se si è stati feriti, al massimo si è colpito per reagire, mai per fare male di propria iniziativa, e soprattutto si è più che certi di aver tenuto un comportamento onesto e rettilineo. E ci si guarda sereni allo specchio, sapendo che, se si è commessa un'ingenuità una volta, non necessariamente la si commetterà due e tanto meno si smetterà di cercare le persone oneste e vere, che esistono, che non mancano, che sanno ripagare dei piccoli errori commessi per ingenuità.
Piero Visani