mercoledì 31 agosto 2016

Curiosità insoddisfatte

       Mi sono sempre chiesto - e temo che rimarrà un quesito assolutamente inevaso - per quale ragione una persona percorra una traiettoria per così dire esistenziale, per cui dal "migliore degli uomini possibile" diventa - spesso anche in tempi molto brevi - "il peggiore e più detestabile".
       Lo trovo un percorso assolutamente divertente, che ai miei occhi si disegna come il passaggio da un "finto Tutto" a un "vero Nulla". Quando succede - e a me invero è successo spesso - uno si dovrebbe risentire o rimanerne in qualche modo ferito e sicuramente in qualche caso la cosa mi ha dato fastidio, ma complessivamente la trovo la più plastica attestazione di una visione terribilmente emotiva ed empatica, che francamente mi fa sorridere: da sapiente ad asino, da affascinante a "macaco senza storia", da soggetto da conquistare (con una qualche finalità, o sbaglio...?) a oggetto di cui sbarazzarsi il più presto possibile, in quanto diventato un peso.
      Non sono nato misantropo, e tanto meno misogino, ma ho subito numerosi tentativi di farmi cambiare idea, al riguardo, tanto che alla fine l'ho cambiata davvero. Ho avuto anche pochissime ma preziosissime smentite, ma - si sa - l'eccezione conferma la regola...

                                Piero Visani


P.S. la vignetta di Altan illustra meglio di qualsiasi altro commento una specifica condizione esistenziale.