Ricercata, forse. Procurata, senza dubbio.
Un flusso di sensazioni non nuove, ma da conoscere meglio e approfondire. Una deresponsabilizzazione totale e una favolosa facoltà di concentrarsi su di sé, sui propri pensieri, su emozioni anche marginalissime, peraltro dilatate a forza
Fabrizio aveva ipotizzato che potesse essere così, aveva fatto alcune esperienze parziali, ma tutto era stato freddo, algido, ritualizzato, senza cuore. Quel giorno no, non era così. Lui era lì e aveva la possibilità di analizzare ogni singolo nanosecondo. L'esperienza gli piaceva, poiché lo aveva trasformato in un terminale di stimoli formidabili, tanto più giganteschi quanto più lui era consapevole di non potere dedicare la sua attenzione ad altro.
Aveva sentito parlare di esperienze consimili, ma non era mai pervenuto a sperimentarle personalmente. Ora era in ballo e non poteva non dirsi sinceramente turbato. Ogni singolo muscolo, ogni specifica innervatura del suo corpo erano terminazioni nervose che si attivavano a rotazione, impedendogli di pensare a qualsiasi altra cosa che fosse in qualche modo estranea a ciò che stava vivendo.
Era attonito, travolto dalla grandiosità della prova cui aveva deciso di sottoporsi. Gli era stato accennato che avrebbe potuto trattarsi di un'esplorazione molto coinvolgente, ma non si sarebbe mai immaginato che potesse risultare di tale intensità. Due mani sapienti si presero cura di lui, ma Fabrizio quasi non se ne accorse, immerso com'era negli abissi di una splendida esperienza, di fatto extracorporea.
Piero Visani