Sarà il cinquantesimo autunno di "sacrifici". Inasprimenti di tutte le tariffe, a cominciare dall'Iva. Un presidente del Consiglio dall'aria ilare ci dirà che, a partire dal 2017 (ma preferirà dire dall'anno prossimo, perché 2017 porta palesemente sfiga...), la situazione italiana cambierà e finalmente il Pil si metterà "stabilmente" sul segno più. Perché, in Italia, le cose positive arrivano sempre dall'anno dopo...
Tutto costerà di più. Per consolarci, ascolteremo ossessivamente "I giardini di marzo" di Battisti-Mogol ("al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti..."), invidiando come bestie il fatto che il protagonista della canzone riuscisse a sopravvivere almeno tre settimane su quattro, mentre noi, se arriveremo a due, potremo già dirci fortunati...
Vedremo che tutti coloro che possono se ne sono già andati o se ne stanno andando via dall'Italia; vedremo sempre più immigrati e vedremo che, oltre a non pagare le tasse e a prendere sussidi di Stato, si guardano bene dal pagarci le pensioni; vedremo che ci sarà sempre meno lavoro e sempre meno soldi. La nostra vita sarà sempre più una vita di stenti, ma avremo da impegnarci a fondo per il referendum, perché noi - come popolo - abbiamo sempre delle priorità diverse dagli altri, più urgenti, più decisive, più irrinunciabili...
Saremo molto contenti perché, da popolo conservatore e misoneista quale siamo, tutto continuerà come prima: tutti i beni di prima necessità saranno un po' più cari, ma poco; tutte le tasse aumenteranno, ma poco; tutti i partiti faranno schifo, ma li voteremo "per mancanza di alternative"...; tutte le settimane saranno più tristi del solito, ma ci saranno la "Champions League" e il campionato di calcio a rallegrarcele un po'...
Come il protagonista della celebre storiella sulla caduta da un grattacielo, conteremo a ritroso i piani e, ogni volta che ci avvicineremo sempre più a terra, ci consoleremo con un classico "per ora tutto bene!". Poi lo schianto - terribile - e la morte liberatoria. Mai come allora (ma non è troppo lontana, anzi è vicinissima) ce la saremo meritata: la morte ingloriosa è il destino dei vili e dei soggetti privi di fantasia. Insomma, di noi italiani. R.I.P.
Piero Visani