domenica 14 agosto 2016

"L'octroi"

       Fu in adolescenza che scoprii che, se mi fossi accontentato, avrei potuto avere qualcosa di tutto. Il problema è che - allora come ora - non mi accontentavo di niente e che, quando sentivo le amenità cristiane sul "chi si contenta gode", pensavo che sì, forse costui avrebbe goduto, ma alla stessa stregua di un convinto e fattivo onanista... E la prospettiva, invero, non era propriamente arrapante, per me.
       Da allora sono un fervido seguace del "vogliamo tutto!" e, ogni volta che mi concedono qualcosa, in genere lo rifiuto, perché essere oggetto di qualche concessione residuale francamente mi annoia, prima ancora che disturbarmi. In particolare, non mi ha mai interessato spendere le mie energie e la mia vita per ottenere una qualche forma di concessione, per il semplice motivo che non ho mai riconosciuto l'autorità di chi concede. Ho cercato convintamente l'assoluto, non le elemosine di qualche potente o potentato di turno. Per quanto impossibile possa apparire, in qualche campo, ad esempio a livello di relazioni individuali, l'ho pure ottenuto (per fortuna, casualità, abilità). Tuttavia, l'octroi, la concessione fatta cadere dall'alto, dal potente al miserabile, proprio non mi ha mai interessato. Mai mangiato briciole, tanto più scosse via da qualche tavola di ricchi e potenti. Piuttosto digiuno. Serve anche a mantenere una splendida linea.

                          Piero Visani