Nella "democrazia" italiana ci sono quelli che sono uguali e quelli che no.
Quelli che hanno diritto di parola e quelli che no.
Quelli che sono la politica e quelli che - giudicati dai primi (fantastico esempio di terzietà!!!) - sono "l'antipolitica".
Quelli che hanno la maggioranza in un parlamento eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale, e quelli che sono in minoranza e non hanno diritto a protestare, perché sono "l'antipolitica".
E situazioni del genere se ne potrebbero citare a bizzeffe, in molti campi, dai quali emerge con forza che "l'italiano vive nel migliore dei mondi possibili" e che gli unici pericoli vengono dalle forze antisistema, cioè - in una parola - a chi si oppone, quali che ne siano le ragioni - a un sistema che, per chi non abbia gli occhi foderati di prosciutto o forti interessi economico-finanziari all'interno del sistema stesso, è assai affine a quello della Corea del Nord.
Su questo sfondo - certamente assai ameno per la "profondità" di certe analisi - l'unica teoria che sarebbe ancora assolutamente credibile, per gli apologeti dell'esistente, è quella del marchese del Grillo: "Io so' io e voi non siete un cazzo!". Volgarotta, ma chiara, innegabilmente esplicativa ma soprattutto coraggiosa. E' ora infatti che i "democrats" la smettano di citare fascismi, nazionalsocialismi, comunismi e quant'altro, E PARLINO DELL'UNICO TOTALITARISMO RIMASTO BEN VIVO E VEGETO, QUELLO DEMOCRATICO! Comodo e francamente squallido fare riferimento alle storture del Novecento. Siamo nel 2016, quasi 2017... E' ora di AGGIORNARE LA NARRAZIONE DELLE STORTURE DI QUESTO MONDO, altrimenti si sarà legittimati a citare l'impero romano, Attila o i Visigoti. E a far credere alla gente che le responsabilità di costoro siano attuali o - perché no? - la loro minaccia: Attila è alle porte e ha il volto spiritato di Beppe Grillo. Suvvia...!
Piero Visani