sabato 10 dicembre 2016

Convergenze parallele


       Una delle peculiarità più spiccate delle fasi storiche di crisi terminale di un sistema è che, mentre aumenta esponenzialmente il numero dei coprofagi forzati (in questa fase storica, ad esempio, ne sono un consumatore involontario ma indifferenziato e riesco a togliermene un po' di bocca solo nelle mie purtroppo rare puntate all'estero), cresce altresì il numero dei coprologi, cioè di coloro che provano un gusto - forse sadico, forse masochistico, è ancora da stabilire... - a discettare di sterco, cosa in cui chi scrive li riteneva già grandemente ferrati, ma non fino ai vertici di competenza di cui stanno ora iniziando a dare prova. 

       Il problema (invero grave) del coprologo è che lui scambia la "marrone Signora" con il meglio delle delizie del cioccolato artigianale di gran classe. In una parola, si dimentica dell'oggetto (non sarò così perfido da dire che vi si rispecchia, anche se...) e, travolto da accessi ed eccessi di autoesaltazione ed autoconvincimento, finisce per descriverti tutto il guano del reame (o della Repubblica...) come se fosse un concentrato di delizie, dalle praline ai profiterolles. E lo fa seriamente, cose se parlasse di cose scientificamente fondate, senza la benché minima ironia (e men che meno autoironia) e tanto meno consapevolezza di ciò di cui sta in realtà discettando.
       Ora io sono assolutamente d'accordo sul fatto che "la politica sia sangue e merda". Il problema è che se - oh tenera fanciulletta! - escludi il primo, secondo te, che ci resta...?

                         Piero Visani