Ho già scritto, in questa stessa sede, della follia che fecero gli americani durante la guerra del Vietnam, quando l'Esercito, i Marines e l'Aeronautica erano soliti infierire pesantemente sui villaggi dove era stata rilevata una presenza vietcong. In tutti i casi del genere, la distruzione del villaggio veniva motivata, presso la popolazione civile, con la folle motivazione: "we have to destroy it in order to save you" ("dobbiamo distruggere il villaggio per salvarvi", sottinteso "dal comunismo").
Per anni, i "berretti verdi" delle Forze Speciali cercarono di spiegare ai comandi delle altre Armi che un comportamento del genere era semplicemente folle e che avrebbe del tutto alienato le simpatie della popolazione nei riguardi degli americani, lasciando che le loro menti e i loro cuori si spostassero verso i vietcong. Non ci fu nulla da fare: evidentemente si trattava di un ragionamento troppo complesso... Sappiamo bene come andò a finire...
Oggi trovo divertentissimo leggere "dotti, medici e sapienti" che propongono medicine a base di sacrifici e rinunce, specie quando ci sono da tappare le falle enormi da essi aperte in tutto il sistema, e trovo ancora più divertente che nugoli di "beati possidentes" borghesi, tra una sciata e l'altra, lancino appelli alla "razionalità", a "non fare di ogni erba un fascio", a considerare gli avversari politici come semplici avversari e non come mortali nemici.
Comprendo bene la ratio che sta dietro a tutto questo: come sottoprodotto del capitale, il borghese non ha e non vuole avere nemici. A lui servono solo clienti, possibilmente disposti ad acquistare la sua merce, sovente molto avariata. Ergo deve tenere tutti buoni onde potere continuare indisturbato i propri (mediamente loschi) traffici.
Il problema italiano, tuttavia, è un po' più grave: c'è un Paese che è stato letteralmente distrutto da una classe politica di ladri (e non solo...). E' vero che potremmo discettare a lungo su chi, come e perché tale classe politica l'abbia eletta, ma resta il fatto che oggi il problema principale che si pone ai milioni di poveracci e di underdog che questa classe politica è riuscita a creare in quest'Italia un tempo mediamente benestante consiste appunto nel rovesciare radicalmente un andazzo che - se dovesse perdurare - significherebbe per i più lo scivolamente verso una condizione di disoccupazione e di povertà assoluta.
Questa è la ragione per cui nessuna tesi "perdonista" è accettabile. Questa è una battaglia per la vita, per la vita o la morte. E' la classica situazione da "mors tua, vita mea". Ne deriva che il vecchio principio citato all'inizio di questo articolo ("we have to destroy it in order to save you") deve essere semplicemente rovesciato e deve diventare il salvifico "we have to destroy it [cioè il sistema politico-economico esistente] in order to save us". In una parola, "dobbiamo distruggerlo per salvarci".