Una delle cose più divertenti che possano capitare a chi si avventuri nei difficili sentieri della revisione storica consiste, da una ventina d'anni a questa parte, nell'essere fatto oggetto della pesante accusa di "complottismo". Accusa pesante non in sé, ma perché, una volta formulata, essa intende mettere in moto un meccanismo di demonizzazione a carico del malcapitato che è riuscito ad attirarla sulla sua persona.
Dal momento che oggi si (s)ragiona per paradigmi mentali sempre più schematici ed elementari, è facile che, se un Autore viene accusato di "complottismo", l'opinione pubblica venga a sua volta deliberatamente orientata in quella direzione, vera o (soprattutto) falsa che sia.
In verità, nessuno intende "complottare" alcunché, ma semplicemente cercare di spingere l'indagine scientifica e storica un po' oltre rispetto a dove era arrivata fino a ieri. Ne consegue che, accusare chi si sforza di allargare, per quanto di un minimo, i confini della conoscenza, equivale più che altro a cercare di bloccare i suoi tentativi sul nascere, dando per scontato - a priori - che essi siano erronei, falsi e infondati. Ma è davvero così? Davvero storia e scolastica sono la stessa cosa? Davvero ripetere come un mantra una serie di "verità rivelate" equivale a un metodo scientifico? E come mai certe "verità", per risultare tali, hanno solo bisogno di essere ripetute ad infinito, accolte a scatola chiusa, mai sottoposte ad una disamina approfondita?
Partendo da questo presupposto, mio figlio Umberto, giunto ormai al suo terzo libro, dopo Mondi alieni e Ubique, ha deciso di indagare - in questa sua nuova fatica di saggista: "Mai stati sulla Luna? Misteri e anomalie delle missioni Apollo", Revoluzione Edizioni, Torino 2016, 211 pp., 12,90 euro - sui numerosi aspetti, tutt'altro che chiari, che sono connessi alle missioni spaziali Apollo.
Il punto da cui egli prende le mosse è che, a quasi cinquant'anni dallo storico allunaggio del 21 luglio 1969, sono ancora numerosi i dubbi che aleggiano in relazione all'effettivo sbarco dell'uomo sul nostro satellite, alimentati da una serie di fotografie ufficiali della Nasa piene di incongruenze tecniche. Non ho competenze specifiche sul tema, ma, da persona che scrive per professione, posso dire che il libro è costruito come un'indagine serrata, organizzata secondo un filone principale e una serie di variabili che su questo si innestano, aprendo opzioni e scenari tutti egualmente interessanti.
Ne scaturisce una narrazione che non è per nulla "complottista", ma esamina una dopo l'altra una serie di problemi e aporie, evidenziando come molte siano a tutt'oggi le incognite che gravano su una vicenda che è assai meno chiara di come la si vorrebbe far apparire. Come spesso accade, siamo in presenza di eventi in cui il peso della narrazione è frutto in parte di accadimenti e in parte (forse anche in parte molto maggiore) di manipolazioni aventi evidenti intenti politici e propagandistici.
L'Autore ci accompagna con competenza e maestria in questo percorso, senza avere la pretesa di fornire risposte apodittiche e tanto meno definitive, ma cercando di sollecitare il lettore alla riflessione e all'approfondimento, e ponendo in rilievo come certe affermazioni siano state fatte, e sovrarappresentate, anche nell'intento di sottorappresentarne altre. In una parola, nulla vieta alle missioni Apollo di aver portato degli esseri umani sulla Luna, ma che cosa è accaduto davvero nel corso delle medesime, cosa è stato incontrato, quali misteri sono emersi e - interrogativo cruciale - come mai sulla Luna, da allora, non ci è andato più alcuno?
Un libro incalzante, in definitiva, che si legge d'un fiato, anche in una sola serata, e che ha il pregio di far comprendere pure al lettore più maldisposto una questione fondamentale: dove ci sono "verità rivelate" è probabile che spesso ci siano anche "bugie sedimentate". Capire questi meccanismi, e come vengano fatti funzionare, risulta assai più importante - in definitiva - che la vicenda in sé, perché essi vengono applicati, da tempo immemorabile, a tutto il nostro vivere associato, nella beata indifferenza di chi ama ancora credere alle favole, e si pregia di illudersi che siano pure mitopoietiche. La verità è un po' diversa, ma non è nelle mani di questo o di quell'autore, bensì di uno sforzo comune che l'umanità dovrebbe fare per cercare di analizzare e comprendere tutte le questioni che le si pongono di fronte, piuttosto che accettare passivamente di essere depistata e/o fuorviata. Se non altro perché, con il tempo, le "verità rivelate" tendono a diventare "verità inconfutabili", e allora sono dolori... E chi le contesta viene assegnato d'ufficio a una lunatic fringe. Il che - come minimo - è da considerarsi paradossale...
Piero Visani