venerdì 9 giugno 2017

Lasciare il segno

       Dovunque io sia passato, mi dicono che - nel bene o nel male, o in entrambi - io abbia lasciato il segno, la mia impronta.
       Non so se sia vero e non sono neppure troppo propenso a credere a questa affermazione, che alle mie orecchie è sempre suonata come un bel necrologio, uno di quelli in cui si cantano necessariamente le lodi del "caro estinto" in quanto questi, per l'appunto, è defunto...
       Sono "defunto" in talmente tante situazioni che - se davvero lascio un segno - questo è six feet under e tuttavia la ritengo una motivazione divertente: invece che sputarmi addosso, mi si dice che "lascio il segno". L'effetto è il medesimo, nel senso che il segno delle sputo ricevuto mi rimane addosso...
       In realtà, è possibile che il segno io lo lasci davvero, ma si attiva - e questo è un guaio - quando si accende la nostalgia, il ricordo di quello che non è stato ma sarebbe potuto essere; mai prima.... Ormai non me ne sorprendo più: mi capita da più di trent'anni e sono io a raccontarlo alle mie partner prima ancora che il tutto puntualmente accada. E' una forma di "coazione a ripetere", sotto il profilo strettamente psicologico, ma davvero sono io colui che ripete?
       In ogni caso, nessun problema: essendo dotato di una personalità debordante, io continuerò a lasciare il segno ed a tenermi le relative cicatrici. "Che la forza sia con me!"

                  Piero Visani



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