E' triste constatare come i rapporti umani siano pesantemente condizionati dall'ipocrisia. A me pare infatti impossibile che due persone, sulla cui amicizia per un certo periodo sono stati spesi autentici peana, si ritrovino di colpo come perfetti estranei, cui non è consentito nemmeno un dialogo formale.
A me è stato rimproverato il fatto che il mio atteggiamento sarebbe stato determinato da secondi fini, benché fosse del tutto evidente, nei fatti, che non era così. Io, sull'atteggiamento altrui, non ho mai detto nulla, com'è mia abitudine. Ho solo cercato di adattarmi alle forme sempre più anguste e residuali di amicizia che mi venivano offerte. Da autentico amico, quale ho sempre cercato di essere.
Non ho mai compreso i passaggi da un estremo all'altro, ma siccome l'estremista ero e sono io, visto che a me è sempre stata attribuita tale patente, sorrido amaramente, scuoto il capo e guardo oltre. Non ho nulla da rimproverarmi, sono sempre stato assolutamente sincero, coerente, e ho preso tante botte per niente. Per mia fortuna, sono stato un amico "assolutamente unico". Non oso pensare a quale avrebbe potuto essere il mio destino se fossi stato un nemico...
Non è più il caso di dire niente, ma certo che, se non è volubilità questa, come la vogliamo chiamare...? Per fortuna ho un forte senso dello humour...
Piero Visani
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