sabato 19 gennaio 2013

Il buono, il bello, il cattivo

      Buono mi considero, non foss'altro perché mi sento animato da un profondo senso di giustizia.
      "Bello", qualche donna dice che io lo sia (grazie!...).
      Su "cattivo" è un plebiscito e a nulla vale che io spieghi che cosa ci sia dietro le derive plebiscitarie. Ormai ho la patente... e me la devo tenere.
      La cosa più divertente è che, per una persona in particolare, io sono stato, in fasi cronologicamente abbastanza ravvicinate, le tre cose in sequenza: dapprima "buono", anzi un "tesoro"; poi "bello come un dio" (troppa grazia...!) e ora - e suppongo in eterno... - il "cattivo" per eccellenza, il concentrato di tutti i mali, un favoloso esemplare di inarrivabile nequizie...
      Per capire la prima parte di questo post, vi prego di riflettere sul fatto che questa persona si considera "equilibrata, ragionevole, molto meno volubile della media delle donne e... magnanima".
       Non credo sia necessario aggiungere altro e, anche se volessi, non ce la faccio. Sono in preda a convulsioni di riso e non riesco più a scrivere. Ah, che disastri ha combinato la Legge Basaglia...!

                                                                                                    Piero Visani 

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