Nessuno mi rimpiangerà. Non ho la pretesa di lasciare vuoti. Però sono certo che la mia personalità ne lasci. Troppo onnipresente, troppo olistico, troppo invasivo e pervasivo. Discreto come persona, ma concettualmente totalitario, per presenza e incombenza, non credo di passare inosservato. Quando non ci sono più, si nota. La vita è più povera, forse più libera, ma la mancanza di colui che non è nella norma non si può non notare. Magari per tirare un sospiro di sollievo, perché no? Non pretendo certo di essere o essere stato apprezzato. Però, il fatto che io non ci sia più non si può non notare. Non solo perché aumentano i silenzi, i vuoti, le noie, la mancanza di stimoli di ogni genere, ma perché è come se si fosse tolto il sapore fondamentale da un cibo, il cibo della vita.
Mi immagino già le riflessioni sulla mia supponenza. Liberi di farle. Tanto quello che ho appena scritto è vero e, per autolimitarmi, ho pure aggiunto che la mia "scomparsa" potrebbe rappresentare una liberazione, per chi non mi ha compreso (o mi ha compreso fin troppo bene...). Sotto con i miei sostituti/e e non vi preoccupate: capisco bene le vostre esigenze e la necessità di ricercare "edizioni in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali" (ed emotive e vitali). Avete tutta la mia comprensione. Più di così...
Piero Visani
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