giovedì 16 ottobre 2014

Corrispondenza pubblica e privata di un generale della Rivoluzione e dell'Impero - 3

Parigi, 19 Brumaio, Anno IV


Madame,
                  Vi invio questo biglietto in margine al nostro incontro di ieri sera nella lussuosa dimora di Madame Tallien.
                  Non sapevo che anche Voi foste tra le Signore invitate e potete dunque immaginare quale sia stata la mia gioia nel vederVi. Sono un militare, non amo le occasioni mondane e neppure vi sono abituato. Tuttavia, la sorpresa nell'incontrarVi è stata tale da farmi dimenticare qualsiasi altra considerazione. Tra l'altro, non credevo che Voi, come aristocratica, foste in buoni rapporti con Madame Tallien, e invece ho potuto constatare che siete vecchie amiche e - mi dicono - pure compagne di divertimenti.
                  Ho apprezzato i Vostri ostinati tentativi di farmi diventare un ballerino, ma non credo proprio di essere portato alle danze. Non per nulla, ho preferito di gran lunga quando ho potuto sedere accanto a Voi su un divano un po' appartato e ho notato con piacere che il nostro desiderio di intimità è stato rispettato dagli altri partecipanti alla festa.
                  La conversazione con Voi è stata un assoluto piacere per me e ho potuto apprezzare il fatto che siete una Signora di ottime letture, con la quale è facile intrattenersi sui più diversi argomenti.
                  In definitiva, la serata di ieri è stata per me incantevole. Vi ho veduto sfavillante, fasciata in un abito che esaltava la Vostra bellezza e - devo dire - lasciava ben poco spazio alla mia immaginazione di uomo ardente e ormai palesemente innamorato di Voi.
                  Grandi eventi maturano sullo sfondo di questo continente in subbuglio e sui destini stessi della nostra amata Francia. Se non sapessi di poter ricevere a breve un incarico che mi porterà per molto tempo lontano da Voi, mi atterrei certamente alle regole della buona creanza nei rapporti con una Signora, ma temo di dover partire tra poche settimane, per cui mi permetto di invitarVi - con un'audacia che forse potrebbe stupirVi in altri uomini, ma non certo in un soldato - nel mio appartamento di Rue Chantereine, dove potremo parlare con la necessaria riservatezza.
                  Siete una vedova e so bene che è del tutto sconveniente un invito come il mio, ma farò in modo che il mio aiutante di campo, il fedele Marbot, venga a prenderVi al Vostro domicilio con una berlina privata, con la quale Vi scorterà da me totalmente in incognito.
                  Quanto alla scelta di accettare questo mio invito, così diretto, la lascio naturalmente a Voi, ma in cuor mio ritengo che verrete. Ho infatti percepito in Voi una donna che non intende farsi condizionare più di tanto dalle convenzioni sociali e desidera cogliere l'attimo, onde non soffocare scioccamente la scintilla che si è palesemente accesa tra noi.
                  Il tenente Marbot, che è a conoscenza di tutti i miei impegni di servizio, Vi contatterà quanto prima per organizzare tutto e definire i dettagli.
                  Sono certo, Madame, che non mi vorrete deludere e che presto sarete gradita ospite, in tutto il Vostro fulgore, nella mia umile dimora.
                  A presto.

                                      Vostro fedele Louis.






Corrispondenza pubblica e privata di un generale della Repubblica e dell'Impero è un racconto in forma epistolare scritto da Piero Visani

Nessun commento:

Posta un commento