venerdì 17 ottobre 2014

Missioni

       Le missioni possibili sono belle per la gratificazione che possono dare, gratificazione che può durare anche molto a lungo.
       Le missioni impossibili sono belle per l'adrenalina che mettono in circolo e perché stimolano il gusto della sfida presente in alcuni di noi. Magari ci è noto che abbiamo una probabilità su un milione, forse meno, ma decidiamo comunque di imbarcarci nella stimolante avventura, perché è molto meglio avere fallito una missione ad elevatissimo coefficiente di difficoltà che non avere mai provato a tentarla. Il fallimento di una missione (probabilmente) impossibile può in effetti comportare danni, anche gravi, ma a gioco lungo ci resterà sempre la soddisfazione di poter dire: "va bene, io ci ho provato. Non ce l'ho fatta, ma ci ho provato. Era la classica missione against all odds ed è stato divertente anche solo tentarla!". 
       Così non restano recriminazioni o rimpianti. Si è cercato di andare fino in fondo, ma invano. E si è pronti per nuove missioni, consapevoli del fatto che - dopo tutto - l'audacia ha un grandissimo pregio: serve a dilatare notevolmente il concetto di possibile...

                                   Piero Visani



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