L'erezione del Muro di Berlino (13 agosto 1961) venne preceduta - come è noto - da un esodo di massa della popolazione locale dal "paradiso" della Repubblica Democratica Tedesca e del socialismo di Stato.
Se si guarda ai dati del 2013, con circa 100.000 italiani che hanno preferito fare le valigie e andarsene dal "paradiso" della burocrazia, delle tasse e dell'iniquità elevata a sistema, c'è da chiedersi se ad Angela Merkel - che la DDR conosce bene, visto che vi è cresciuta e, per come dirige l'UE, pare averne anche parecchia nostalgia - non verrà prima o poi in mente di far edificate dal "Gauleiter" Renzie un muro analogo, che continui a rendere possibile l'ingresso di mano d'opera a bassissimo costo, ma impedisca la fuoriuscita di "cervelli", in modo da tenerli qui e da costringerli a lavorare, per meno di mille euro al mese, "ad maiorem Germaniae gloriam". Se l'ordine arriverà da Berlino, ovviamente Roma - sempre pronta a dare segni di NON essere un alleato debole... - eseguirà.
Avremo così una sintesi della celebre frase marxiana per cui la storia si ripete dapprima come tragedia e poi come farsa. Da noi si sta ripetendo contemporaneamente in entrambi i modi: tragedia nella sostanza, farsa nella forma.
E anche se si parla, per l'UE, di turbocapitalismo e delle sue colpe (che indubbiamente esistono), a me pare che sullo sfondo si profili, una volta di più, il classico "Stato-caserma" di impronta germanica, dove tutto, ma proprio tutto, è sottoposto a regole stringenti. A quanto pare, non riescono proprio a farne a meno, e siamo (ovviamente "mutatis mutandis") al terzo tentativo, storicamente parlando. Si vede che loro, nelle caserme, godono come pazzi. De gustibus...
Su di me, la cosa sta avendo il seguente effetto: "Wenn ich Staat hoere, entsichere ich meinen Browning". Mi auguro vivamente che faccia il medesimo effetto anche a voi, perché non se ne può più...
Piero Visani
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