Una delle peculiarità più convincenti del movimento lepenista francese è il fatto di essere rimasto, negli ultimi due decenni, assolutamente lontano da qualsiasi forma di potere o sottopotere. Sebbene pateticamente reazionario, dunque, esso ha il vantaggio di potersi presentare ai francesi come politicamente "vergine" (ammesso e non concesso che esista la verginità, in politica...).
Quello che mi preoccupa, relativamente ai neo-lepenisti italiani e agli entusiasmi che stanno suscitando in un dato ambiente, è che la maggior parte di essi ha già avuto modo di esercitare il potere, a livello locale e anche nazionale, e, per la verità, ho difficoltà a citare qualcosa, anche piccola, degna di essere ricordata (il che non equivale certo a dire "memorabile"...).
E' sicuramente lecito concedere a tutti una seconda opportunità, però qui siamo in presenza di gente che, sia pure con interruzioni varie, è stata al governo per circa vent'anni e che ci ha "deliziato" con il suo servilismo filo-occidentale, con una politica fiscale non meno vessatoria di quella attuale (anzi prodromica alla medesima) e con il frutto avvelenato del federalismo, quello che ha moltiplicato per quattro i livelli di tassazione cui siamo sottoposti. Quanto al resto, vale a dire alla loro incidenza metapolitica, non voglio infierire, per carità di Patria...
Saranno diventati diversi? Potrei sperarlo, ma l'età mi induce ad escluderlo, e poi non vedo altro che la solita congerie di luoghi comuni reazionari, di "no a questo e no a quello", secondo le "migliori" tradizioni di coloro che scoprono la "rogna" quando li ha già abbondantemente pervasi, e dei fenomeni sociali, a cominciare dall'immigrazione, vedono solo le patologie e non anche le opportunità, a iniziare da quella - macroscopica - della solidarietà tra schiavi, perché tali siamo, noi come quelli che vengono fatti affluire qui da Paesi lontani e disastrati. Coinvolgerli in un progetto di rivolta globale degli "underdog" - categoria alla quale ormai entrambi apparteniamo - sarebbe certamente più difficile, ma più stimolante, per me.
Ciò premesso, faccio i miei migliori auguri a questa "Nuova Destra" italiana, che ai miei occhi non è per nulla nuova ed è ridicolmente "Destra", quando le categorie politiche novecentesche andrebbero totalmente dimenticate, senza rimpianti.
So bene che qualcuno dirà che guardo il dito e non vedo la luna. Mi permetto di dissentire sommessamente: vedo anche la luna, ma guardo soprattutto - e comprensibilmente - il dito, in quanto, nei circa vent'anni della gestione di potere dei neo-lepenisti italici, me lo sono trovato in un solo scomodo posto e non vorrei ritrovarmecelo troppo presto...
Dunque guardo prima di tutto il dito perché, pur essendo per la libertà sessuale, non ho propensioni sodomite.
Piero Visani
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