lunedì 16 gennaio 2017

Le conseguenze dell'imbecillità

      Mia moglie mi mostra con un ghigno mefistofelico gli articoli di stampa da cui si evidenzia la sempre più drammatica condizione italica nel campo dell'istruzione. E' il ghigno di una veterana che ha cercato di impedire, con le sue poche forze, un disastro annunciato e, ora che lo vede realizzato, forse è perfino un po' contenta.
       E' la storia di decenni di lavoro in scuole superiori e medie di periferia, di disagio metropolitano, di violenze (sbattuta dapprima contro un muro e poi per terra, con necessità di far intervenire dei parlamentari per ottenere dal Ministero una farsesca pseudo-inchiesta conclusasi ovviamente con un nulla di fatto; poi l'Astuzia della Ragione ha voluto che il responsabile dell'aggressione, passato alla criminalità da strada, abbia incontrato una pallottola non vagante; gomme dell'auto tagliate, etc.), ma soprattutto di una perenne contestazione genitoriale (non di tutti i genitori, ma di quelli borghesi - sempre pronti, ovunque e comunque - a dare il peggio, che poi è il meglio..., di sé) per i troppi compiti, il troppo stress dei giovani virgulti, la necessità di tarare il livello delle spiegazioni e il ritmo di sviluppo dei programmi ministeriali sui meno dotati intellettualmente (e pare ce ne fossero parecchi), con il rischio di finire il programma di Storia, iniziato a settembre, più o meno allo stesso punto, il giugno successivo...
       Una vita francamente poco gradevole, contrassegnata per altro non tanto dall'ostilità degli allievi, quanto da quella dei presidi, della maggioranza dei colleghi e soprattutto delle famiglie. Queste ultime, in particolare, avevano un solo obiettivo: pochi compiti, poche lezioni da studiare e soprattutto lunghi weekend. L'Italia, dopo tutto, è essenzialmente fancazzismo e vacanze; del resto, "ma che te frega...?".
       Il risultato è ora sotto gli occhi di tutti e siamo ovviamente un Paese di analfabeti che non leggono e sanno nulla di nulla. Con eccellenti eccezioni, ma con una media che è talmente bassa da far impallidire. La cosa, in verità, soddisfa la mia consorte e a me soddisfa ancora di più. Non c'è niente di peggio che trovarsi costretti a spiegare l'evidenza ai cretini: più che impossibile, è inutile. Al tempo stesso, alla maggioranza delle famiglie italiche va dato atto che, da decenni, sono solite insegnare ai pargoli che ammanicarsi in quale massoneria, in qualche partito o in qualche pubblica istituzione, locale o nazionale, è molto meglio che cercare di capir qualcosa, che formarsi una cultura: un po' di riscaldamento dei banchi, molte vacanze e poi via ai tunnel che dal CERN di Ginevra arrivano fin sotto il Gran Sasso. Quanto alla "morte del congiuntivo", ce ne faremo una ragione: se hai già perso, da tempo, la tua dignità di uomo, che muoia anche il congiuntivo è davvero pleonastico. Avanti così, alla riscossa!!!

                                    Piero Visani