Leggo con assoluto divertimento sul "Corriere della Sera" di oggi che, dal momento che il fenomeno del negazionismo è in forte crescita, specialmente in rete (e sarebbe utile chiedersi come mai, nevvero...?), si è deciso di vietarlo e di trasformarlo in un reato.
Ah, quanto è carina e quanto si prende sul serio la democrazia totalitario-plebiscitaria! Voltaire avrebbe commentato: "mi batterò fino alla morte (tua...) affinché tu sia obbligato a pensarla come me".
Ma i "democratici" si guardano mai allo specchio e - nel caso lo facciano - cosa vedono...? "Shitty faces or something else?".
Già oggi una delle peggiori accuse che possano toccare a chi si occupa di revisione storica è quella di "complottista", anche se si riferisce - che so? - ad un evento su cui in moltissimi nutrono dubbi, tipo l'11 settembre.
Il problema - non secondario - è che, se non si può più mettere in dubbio nulla, io sarò magari un "complottista", ma chi mi impedisce di farlo è un "complottatore totalitario".
Se chi mi accusa di "complottismo" è d'accordo nell'accettare la seconda definizione, quella che gli spetta di diritto, possiamo aprire un interessante tavolo di dialogo, poiché ciascuno si assumerà le proprie responsabilità. Ma fare i libertari con le idee di Kim Jong-un, suvvia, risparmiatecelo...! Grazie.
Piero Visani