Ritornare in auto a casa, sotto una serie di temporali molto forti, che si susseguono con intensità crescente, consente di verificare che la maggior parte degli automobilisti, quanto meno di quelli torinesi, non ama la decisione.
Recita infatti il celebre detto di Carl Schmitt, il grande giurista e politologo germanico: "Sovrano è colui che decide sullo stato di eccezione".
E io, povero automobilista alle prese con la pioggia scrosciante e soprattutto con l'umana coglioneria, sono costretto a constatare che di soggetti sovrani, sulle strade che dal centro di Torino conducono a Moncalieri e poi a Revigliasco, ce ne sono davvero pochi, per non dire pochissimi.
Gli altri, massa di pecore paurose, continuamente costretti a fare i conti con "stati di eccezione" (pioggia battente, folate di vento, pozzanghere enormi da tombini mai svuotati, semafori che vanno in tilt etc. etc.), non solo non decidono, ma non mostrano alcuna attitudine alla sovranità. Procedono a 10 allora, con lo sguardo ebete (quello l'avevano già, ma magari un po' si accentua...) e, se la pioggia tende a trasformarsi in grandine, rallentano ulteriormente, con il rischio di trasformare l'auto nel bersaglio di una Gatling.
Do fondo a tutto il mio patrimonio di imprecazioni e bestemmie (chiedo scusa ai cattolici, ma vinsi ben due competizioni in materia quando ero liceale al "d'Azeglio", contro avversari alquanto provveduti), ma soprattutto do prova di un altissimo livello di ricerca della sovranità, per cui, continuamente confrontato da "stati di eccezione", schizzo con la mia auto in mezzo a questi interdetti con propensione al servaggio, fino a che non mi libero dalle spire di quest'idra e posso sfogare la mia mai spenta propensione alla guida veloce sulle strade della collina.
Credo che l'uomo sia sempre - in definitiva - ciò che vuole essere. Io voglio essere sovrano e - schmittianamente - decido su ogni possibile stato di eccezione. Non mi faccio condizionare dagli eventi, quali che siano. Per me, tra teoria e pratica non c'è grande differenza; se possibile non ce ne dovrebbe essere alcuna. Adoro la volontà di potenza.
Piero Visani