Probabilmente le più belle.
Silenzio quasi assoluto, a parte qualche rara auto e gli animali che popolano il mio giardino.
Tutto il tempo di lavorare, ma il tempo di lavoro è solo un mainstream sul quale vanno a inserirsi tutte le riflessioni "altre".
Ci sono infatti lavori che non richiedono una particolare partecipazione personale, ma solo mestiere. E così la mente corre, per ogni dove.
Un tempo sarebbe corsa a progetti, strategie, piani. Poi si sono rivelati del tutto inutili e ora corre a ricordare momenti di vita vissuta, felicità vicine, tristezze e insoddisfazioni lontane.
Da tempo conduco una vita essenzialmente "testimoniale" e ne sono del tutto consapevole. Del resto, che altro potrei fare? La domanda che mi assilla costantemente è: "che ci sto a fare qui?", e non trovo risposte convincenti.
I miei pensieri corrono dietro a ipotesi, a "what if scenarios": "cosa sarebbe successo, se...?" Ma non è successo nulla e ora penso soprattutto a vivere, a cercare di godermi con gioia il tempo che mi resta. Avrei voglia di fare infinite cose, ma non sopporto più il mondo che mi circonda. Scrivo dunque qui, nel silenzio della notte, contento del fatto che qualcuno mi ascolta e ben deciso a non farmi prendere dalla disperazione.
Combatto. Non vincerò né sopravviverò, ma combatto.
Sono finito in questo incubo, in cui non c'entravo e non c'entro niente. Ma non posso dire di essere solo, e questo mi conforta. Sto costruendo nuovi stili di vita, tutti miei. La mia fuga dal mondo prosegue, ma da un po' di tempo ho un'Arca, tutta mia.
Piero Visani