Mi è capitato spesso, nel corso della mia vita, di guardare il mondo da una discarica o da un cassonetto della spazzatura. Mi ci avevano precipitato con modi più o meno urbani e non dico che la cosa mi fosse piaciuta. Al tempo stesso, però, non ne avevo sofferto più di tanto perché, una volta chiarito che si trattava di un classico rapporto borghese basato sull'interesse, è evidente che la mia conclamata inutilità non era spendibile da parte di chi mi amava così tanto, dunque la mia sorte era segnata...
Rido sempre su queste cose e da tempo non rido più amaro, ma di gusto, perché penso che, in definitiva, la colpa di tutte queste cose sia stata sempre e soltanto mia. Ho incontrato un sacco di soggetti, maschi e femmine, la cui natura era palesemente profittatrice e qualche volta ho dovuto chiudere anche due occhi, per poterli accettare, con il risultato di essere oggetto - non appena non servivo loro più - di trattamenti che è eufemistico definire immondi.
A un certo punto, ho smesso di rapportarmi con costoro, che ho cominciato ad evitare accuratamente, e ora siamo felici in due: loro con la visione del mondo che gli è propria, io con la mia. Ho accentuato la mia palese inutilità, così non mi cercano più per i loro giochetti da quattro soldi; per parte mia, ho cercato - con eccellente successo - persone che condividessero il mio universo di valori. Ora siamo tutti felici: costoro perché non mi incontrano e, se lo fanno, non equivocano sul ruolo che posso avere nella loro vita; io perché sono molto più attento nel valutare le persone.
Ho preso qualche fregatura - ovviamente - ma non è stata a titolo oneroso solo per me. Sono piccole soddisfazioni.
Piero Visani