martedì 11 novembre 2014

Baci...rubati

       Non ci posso fare nulla. Ci ho pure provato, quando ero più giovane e avevo ambizioni più "pubbliche". Ma niente da fare: gli abiti "borghesi" mi vanno stretti e non riesco a starci dentro.
       In verità, per riconoscimento unanime (o quasi...), quegli abiti li vesto bene, forse addirittura molto bene, ma essi non eliminano, semmai creano, un problema. E lo creano a me. Il mio aspetto complessivamente borghese, infatti, induce molti al richiamarmi a tale condizione - mentale, molto prima che sociale... - per cooptazione, e lì cascano male, anzi malissimo.
       Sono sempre stato un maverick, con una forte, fortissima insofferenza per le banalità di cui i borghesi si beano. Nei rari periodi in cui ho lavorato in studi associati o in piccole società, ho cercato di mascherare la mia "diversità" antiborghese, ma poi rapidamente essa veniva fuori, e allora davo sfogo alla mia insofferenza a riunioni, riti pasquali e natalizi, compleanni, feste comandate e cene sociali, con l'ovvio risultato di essere giudicato da "strambo" a "pazzo completo".
       La cosa, per la verità, non mi ha mai creato problemi di sorta, se semplicemente serviva a garantirmi i miei ambiti di libertà, che sono molto estesi. Poi l'esperienza mi ha insegnato che forse era meglio che facessi da solo, o in compagnia ristretta e molto fiduciaria, e così ho cominciato a fare.
      Tuttavia, conservo un nitido ricordo delle usanze borghesi, della loro obbligatoria "gravitazione al centro medico", della necessità di parlare senza dire niente, di non prendere posizione, di sviluppare conversazioni basate su "non esistono più le mezze stagioni" e altri contenuti "pregnanti" come codesti...
       Ho cercato di cavarmela, fin che ho potuto, ma il più delle volte - sbottando per saturazione da superficialità - mi sono fatto un cospicuo numero di nemici oppure ho cominciato a essere accusato di alterigia, quando in realtà il sentimento che provavo, e i comportamenti che ne derivavano..., non erano ispirati ad alterigia, semmai a compatimento.
       Con i borghesi di sesso maschile me la sono sempre cavata discretamente, atteso che dopo un po' mi apprezzavano o mi detestavano (non suscito sentimenti intermedi, di norma...). E tutto diventava relativamente facile: buongiorno, buonasera, una stretta di mano, un cenno del capo, una sostanziale indifferenza, da me molto apprezzata (e ricambiata).
       I miei problemi sono sempre nati con le donne borghesi, le quali - a mio giudizio - tanto più si sale nella scala sociale quanto più costituiscono una categoria a parte. Dei loro comportamenti di fondo poco o nulla mi importa, dato per scontato che non abbiamo quasi niente in comune. Tuttavia, una volta che esse hanno constatato la mia irrilevanza economica e (almeno per loro) anche umana, io divengo quantité négligeable e a me nessuna presta più attenzione, con reciproca soddisfazione. Essendo io inutile, nel senso di non utile, né nell'immediato né in prospettiva, è facile che esca rapidamente dai loro collimatori. Mi vedono - giustamente - come un déraciné, dunque come un soggetto che non è utile ai loro scopi, quali che siano, e quindi non mi degnano la benché minima attenzione, ricambiate.
        Molto diversa, per contro, è la situazione con quelle signore medio-alto-altissimo borghesi che, per un qualche motivo, mi hanno individuato - per un certo periodo della loro vita - come mezzo o strumento di conseguimento di qualche loro obiettivo e che magari, con le loro arti seduttive, hanno vellicato il mio narcisismo. Ne sono nati duetti divertenti, tutti conclusisi molto male, di cui mi ricordo con fastidio una cosa: le donne borghesi (non solo loro, ma in particolare loro) baciano molto sulle guance.
       E' una pratica che aborro, a meno che essa non sia stata preceduta da un "ante" che giustifichi quei baci (nel qual caso le loro effusioni sono le benvenute), o rappresenti la premessa di un ricco "post" che giustifichi quella abominevole attestazione di ipocrisia (nel qual caso le loro promettenti effusioni sono naturalmente ben accette, in quanto preannuncio di ben altre delizie...).
          Il problema - almeno per me - è che le borghesi ti baciano dopo un'ora che le hai conosciute, se devi salutarle per andare via, e possono continuare a fare così per i prossimi due secoli, se continui a frequentarle e a non rappresentare niente per loro.
         Ora io non pretendo assolutamente di rappresentare qualcosa per loro, o per alcune di loro, ma mi sono sempre chiesto le reali ragioni di tanto ostentato farisaismo: moda? Prassi data per acquisita? Finta dimestichezza? Fintissimo affetto?
       Non lo so; so però che io detesto questa forma di falsità, più di tante altre. In particolare, perché abbatte la distanza fisica tra due corpi (diciamo due guance, che è meglio...) in nome di un assoluto Nulla. Ma allora non sarebbe preferibile concedermi la possibilità di fare loro un elegante baciamano, specialità in cui sono molto ferrato?
         Sono tutti interrogativi assolutamente risibili - ne sono consapevole - ma io detesto le ipocrisie borghesi e non sono mancati i momenti, nella mia vita, in cui ho pregato esplicitamente certe signore, sempre disposte ad elargirmi il loro "bacio di Giuda", di astenersi cortesemente dal somministrarmelo, in quanto mi sentivo già preso in giro a sufficienza, da loro. Non era quindi il caso di esagerare, o di perseverare. Una stretta di mano, e a non rivederci...
       I "baci rubati" sono una terribile violenza, per me. Ho il cuore puro, io. O molto impuro, perverso e torbido. Ma entrambi mi paiono molto migliori di un cuore falso, formale e borghese.

                                    Piero Visani





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