lunedì 10 novembre 2014

Rancoroso


       Chi scrive interventi come i miei, le rarissime volte in cui vengono presi in considerazione da esponenti della cultura dominante, viene da un po' di tempo definito come "rancoroso".
       Ora, io so bene che la sodomia è un formidabile "instrumentum regni" e una fantastica modalità per "pascere subiectos", ma a volte l'amore per la narcosi fa sì che la cultura dominante lo applichi anche a se stessa, sbagliando.
       Prima precisazione: avendo perso tutto o quasi grazie alle politiche dominanti, non è che sono "rancoroso". L'ira fredda, algida e potenzialmente crudele non ha nulla a che vedere con il rancore. Non ho torti da raddrizzare, ho diritti da rivendicare. E' molto diverso.
       Seconda precisazione: ma se uno se lo prende nelle terga e non urla di soddisfazione per la subita sodomia, davvero è "rancoroso"? Non potrebbe più semplicemente non essere un sodomita? Lo so che oggi si dà per scontato che lo siano tutti e ci si comporta di conseguenza, ma, pur rispettando le predilezioni sessuali di ciascuno, in un clima di assoluta libertà, a me piacciono le donne e, se proprio devo essere "rancoroso", allora preferisco esserlo con quelle che mi hanno respinto, non con quei maschi che mirano a ben altro, di me...
       Infine, il rancore si riserva per questioni in fondo marginali, epifenomeniche. Per quelle strutturali, per chi ti ha rovinato la vita e compromesso il futuro, c'è solo l'odio: freddo, costante, coerente, gelido. Attento a non commettere errori nel presente per fare più lucidi danni nel futuro. Crudelmente algido, quindi, per nulla "rancoroso".

                               Piero Visani

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