Un tempo, quando una parte maggiore di noi era ancora dedita alla riflessione, ci saremmo interrogati sulla "ratio" che presiedeva alle nostre vite. Oggi, pressati come siamo da prestazioni onerose da assolvere (le mitiche "corvées" dei tempi dell'Ancien Régime, e non le cito a caso, ma per storicizzare e al tempo stesso inquadrare la nostra condizione di soggetti servili...), siamo stati deprivati da ogni gusto per la nostra esistenza. Essa è infatti ridotta a ONERI DA PAGARE.
Qualcuno di voi si ricorda di altre dimensioni delle nostre vite?
Se abbiamo avuto la fortuna o la capacità di situarci o essere situati su versanti della società che ancora ci offrono un (modesto) riparo, qualcosa ci rimane: piccole soddisfazioni, sempre più ristrette, ma comunque tali da rendere la nostra condizione servile un po' più accettabile.
Se invece tale fortuna e/o capacità NON l'abbiamo avuta, non ci resta che piangere: oneri, oneri, oneri. Tasse, tasse, tasse. Lavoro che scompare, disperati tentativi per andarlo a cercare dovunque esso sia, sovente infruttuosi.
Per rifarsi a una citazione celebre, "il buio è sceso intorno a noi", anche se molti neppure lo vedono e altri lo percepiscono solo confusamente.
Ma le nostre vite sono spezzate, innegabilmente spezzate e sacrificate a un Moloch di cui conosciamo volto, comportamenti e natura, ma al quale in molti ancora non vogliamo credere. Eppure quel Moloch esiste e ci sta distruggendo, giorno dopo giorno, puntando sul fatto che una lenta agonia è assai meno facilmente misurabile (e percettibile) di una "morte improvvisa".
Qual è, oggi, la qualità delle nostre vite?
Qual è la qualità di una vita che, ogni giorno, ci impone di pagare qualcosa a qualcuno e quel qualcuno non è un nostro simile, con il quale intratteniamo relazioni economiche da cui poter far scaturire un legittimo guadagno, per noi? No, quel qualcuno è un Moloch terribile, che dice di voler agire per il nostro bene e intanto ci sta uccidendo, giorno dopo giorno, tutti.
Che cos'è una vita deprivata di ogni possibile speranza?
Quanto vale?
Che cos'è una vita spogliata dalla benché minima possibilità di gioire?
Che cosa significa lavorare per un "socio occulto" - lo Stato - che ti depriva di tutto e ti impedisce per ora di guadagnare e - prestissimo - anche di vivere?
Sarebbe questo "il migliore dei mondi possibile"?
Sarebbe questo il sistema politico che la Storia ha sancito come preferibile a tutti gli altri?
Se così fosse, ci sarebbe da suicidarsi. Molti lo hanno fatto, per disperazione, facendo un immenso regalo a chi ci odia e ci sfrutta, agli schiavisti del XXI secolo, quelli che deplorano la "tratta dei neri" solo perché sono riusciti ad occultarci che i veri "neri" siamo noi. E non "neri per caso", anzi per deliberata inclinazione allo sfruttamento da parte dei nostri padroni.
Questo incredibile orrore sarebbe il migliore sistema politico che possa esistere? Suvvia, creduloni sì, coglioni no! Almeno riuscire a capire che l'affermazione è vera, si, ma soltanto per coloro che lo hanno creato e lo gestiscono. Per noi - comuni mortali - è un sistema pernicioso, che ci sta uccidendo e ci ucciderà tutti. In parte fisicamente, in parte perché ha già spezzato le nostre vite e le ha private di ogni possibile gioia.
Stiamo pagando caro e NON stiamo pagando tutti, ma credo che molti di noi stiano attivamente coltivando il ribelle che vive in qualche angolo del proprio animo. Il totalitarismo democratico è il sistema più totalitario di tutti, è "il sistema per uccidere l'uomo". Meglio esserne consapevoli e cominciare a prenderne le distanze, anche concettualmente. Non c'è niente di più patetico, infatti, che cantare le lodi di un sistema che ci sta uccidendo.
Piero Visani
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