Parole.
Gesti.
Sintomatiche sincronie.
Ricercare per trovare è sicuramente stimolante, ma ricercare e non trovare è defatigante e, alla lunga, del tutto privo di senso.
A volte la vita crea contiguità da cui potrebbe scaturire tutto, e da cui invece scaturisce niente.
Sul momento non capisci, oppure capisci benissimo ma fai finta di non capire, per darti un'ultima opportunità.
Poi, prima o poi, devi fare i conti con te stesso, e li fai.
Nel farli, è sempre un po' sgradevole pensare che tutto ciò che hai dato non ti tornerà, ma nel contempo il diavoletto che abita permanentemente in te ti induce a chiederti se davvero sei stato tu a perderci. E sempre più forti si fanno due sensazioni: la prima è che non è necessariamente vero che tu abbia perso; anzi, potresti avere vinto, e molto; la seconda - per nulla modesta e onusta di autostima - è che non c'è niente di peggio che perdere tempo con chi non ti apprezza. Meglio dedicarne - e molto - a chi ti valuta diversamente.
Tutto molto semplice e lineare.
E forse è proprio questo il problema: tu - da sempre - adori la complessità.
Per tua fortuna, sai plasmarla e modularla in infiniti modi. A te è molto gradito, ma non sempre è compreso; anzi, spesso non è minimamente compreso. Ma non rinunceresti mai alla complessità, alla tua natura vagamente criptica. E apprezzi molto chi ha avuto il coraggio di tentare di aprire lo scrigno.
Piero Visani
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