Una soave creatura, che spesso mi illumina del suo immenso, mi gratifica oggi di un concetto in cui credo molto, e che ella interpreta in forma fecondamente ispiratrice: la pensée flottante. Lo esprime in francese, dall'alto di una solida padronanza della lingua.
Sono sempre ammirato da queste concordanze, tanto più se si verificano in situazioni apparentemente banali, come una telefonata allegra sotto un diluvio di pioggia. E tuttavia, poiché siamo entrambi molto sensibili a segni e simboli, la spiegazione del suo concetto dà il via a una lunga e dotta conversazione, in cui si confrontano, fino a fondersi, le nostre visioni del mondo.
Un pomeriggio di pioggia di inizio novembre, poco a sud di Torino, a lasciar fluttuare i rispettivi pensieri, per poi confrontarli. Poche cose sono migliori, se non sono fini a se stesse. E non lo sono per nulla. Credo che a entrambi sfugga, anche se via telefono non ci vediamo, un sorriso vagamente complice...
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