venerdì 7 novembre 2014

I "moralisti"


       Uno degli aspetti più intollerabili dei moralisti, dovunque si presentino, è che alle loro "pubbliche virtù" corrispondono sempre formidabili "vizi privati".
       Colti sul fatto - come è accaduto al neo-presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e ai suoi favori (è da ritenere gratuiti...) alle multinazionali - si "giustificano" sostenendo che hanno agito in base alla legge, ma non certo a quella morale... Rispetto a quest'ultima, sono elusori, più che evasori.
       Tutto ciò non fa che crescere la mia simpatia per per i "cattivi", per quelli che hanno il coraggio ancora di fare cose che non servono al bene dell'umanità, ma solo al proprio interesse personale. Rispetto ai politici, costoro hanno un'etica e - se rubano e ammazzano, cioè se compiono atti del tutto analoghi a quelli dei primi - non mi vengono a rompere l'anima per spiegarmi che sono per il "bene comune" e tanto meno cercano di giustificare ai miei occhi le loro porcate. Le fanno e basta.
       Detesto il "collettivismo del Bene", che poi tanto Bene non è mai...
       Vedere commettere reati patrimoniali e/o fiscali mi lascia del tutto indifferente. Mi turba quando cercano di giustificarli dietro un concetto che non è mai esistito, quello del "Bene comune", poiché io non credo affatto che gli uomini aspirino al Bene, tanto meno a quello comune. Aspirano a soddisfare se stessi, le loro pulsioni, i loro appetiti.
       Ecco perché simpatizzo sempre per i "cattivi". I "buoni" mentono, di continuo, spudoratamente e ben sapendo di mentire. La loro forza sono le "anime belle" che credono ai loro proclami. Passando sui loro cadaveri, andranno in cima al mondo!
         Preferisco essere un'"anima brutta", che non cerca giustificazioni o espedienti legali per quello che fa. Vincere sulla pelle o la creduloneria degli altri mi fa orrore, e più orrore ancora mi fa il moralismo.
       Secondo l'insegnamento del mio maestro, "preferisco essere un satiro che un santo". E, più conosco certi "santi", più sono contento delle mie scelte giovanili.

                             Piero Visani

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