Sto immergendomi in un ambito di lavoro per me nuovo, di cui non conosco molto. Mi guardo intorno con distaccato interesse. La presenza femminile è molto forte, direi dominante, ma io non sono dell'umore giusto. Sono diffidente, chiuso, vulnerato e nervoso. Ruotano intorno a me donne interessanti, spesso assai belle. Ma non avrei voglia, almeno per il momento, di ripercorrere esperienze poco piacevoli. Sto molto in guardia. Non vorrei essere oggetto di qualche altra pseudo-seduzione. Sto molto attento, guardo, valuto e parlo solo se interrogato. Non intendo ripercorrere strade già note.
Si apre davanti ai miei occhi un mondo nuovo, ricco di glamour e di tentazioni. Ma sono talmente disgustato che, anche se percepisco entrambi nitidamente, mi chiedo se quello che vedo sia un mondo vero, o falso.
Non intendo commettere nuovamente errori recenti. Tutti mi trattano bene. Vedono in me il neofita e forse anche il soggetto proveniente, per certi versi, "da un altro pianeta". Tuttavia, il rischio è proprio quello di accendere curiosità indebite, di destare interesse in quanto "alieno". Sono stanco di essere "alieno" un po' ovunque. Sono stanco di essere una sorta di "intellettuale pazzoide", da trattare come un giocattolino da esibire. Dunque tengo un profilo bassissimo. Di recente ho allietato, fino a tediarle, ricche borghesi annoiate che vedevano in me un "altro da sé", e che mi hanno riconsegnato rapidamente a quella condizione non appena hanno verificato che non servivo più né come trastullo né come mezzo per conseguire un qualche fine. Non vorrei ripetere l'esperienza in un altro contesto, dove il mio ruolo rischia di essere pericolosamente affine al precedente.
Cercherei persone vere, se possibile. Sarò prudentissimo.
Piero Visani
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