Con alcuni ultimi adempimenti formali, si chiude in questi giorni una pagina della mia vita iniziata esattamente due anni fa. Una pagina che in certi momenti mi è parsa bellissima, che in altri mi è parsa poter diventare ancora più bella, e che alla fine si è conclusa con una cocente delusione.
Non ho ancora né il distacco né la lucidità mentale per poterla giudicare con la necessaria serenità. Per ora, continua ad apparirmi come una gigantesca fiera degli inganni, delle incomprensioni e delle occasioni perdute. Resto tuttora costernato di fronte al fatto che due persone, apparentemente tanto in sintonia, possano aver diviso bruscamente le loro strade nelle più totale ostilità. Mi sembra persino impossibile, oltre che inconcepibile.
Ma è così e ormai io stesso ne ho preso atto, pur avendo faticato moltissimo a convincermene. Tuttavia, quando ci si danna l'anima per farsi capire da una persona; quando questa persona per prima riconosce che il sottoscritto "surclassa tutti gli altri, nel comprenderla"; e quando questo tremendo sforzo di comprensione e interazione si traduce in un poco garbato invito a togliersi di torno, occorre farsene una ragione, cessare di chiedersi il perché di un comportamento tanto assurdo e così poco lineare, raccogliere le proprie cose e sparire. Tutto questo, infatti, non rientra nella sfera della razionalità, non può essere compreso; è un dato di fatto che ci si ritrova addosso, senza saperne o capirne il perché, ed è necessario prenderne atto.
Certo, il cuore sanguina, perché una soluzione così radicale appare incomprensibile e avrebbe potuto essere sostituita da vari tipi di mediazione. Tuttavia, quando una persona come me subisce un rifiuto di tale gravità, non può continuare ad insistere, e del resto io ho cessato di insistere ormai da molti mesi. Non avrò mai spiegazioni e, a questo punto, neppure saprei che farmene. Sono una vittima, l'ennesima, della ben nota volubilità femminile. Tutto questo si sarebbe potuto evitare con comportamenti diversi, mettendo da parte, fin dall'inizio, le provocazioni, le pseudo-seduzioni, le frasi ad effetto, le crudeltà gratuite a mio carico. In ogni caso, so bene che è stata tutta colpa mia, perché, quando si viene presi pesantemente in giro, la responsabilità è ovviamente di chi non se ne accorge.
Dopo tutto, se non si fosse trattato di una solenne presa in giro, se quello che mi è stato detto e scritto fosse stato vero, non sarei stato buttato via come sono stato buttato via. La falsità e la strumentalità di fondo di certi comportamenti sono confermate dal fatto che colui che pareva rappresentare una persona carissima, un "amico unico", è finito nella pattumiera come il peggiore dei rifiuti. Non sarebbe successo, se quell' "amico unico" lo fossi davvero stato. Per contro, il gioco a mio carico è stato concluso brutalmente quando sono venuto a noia, quando ho cominciato a dare fastidio, quando si è compreso che sarei potuto essere tante cose, ma non un "utile idiota" o un "servo sciocco". L'ho capito, dannatatamente tardi, ma l'ho capito anch'io. Però non mi spiego e non mi perdono la colossale ingenuità di cui ho dato prova. A me è sempre parsa sincera, fin quasi all'ultimo. Sono un idiota totale.
Piero Visani
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